Auto e Motori
Vendite auto ottobre: mercato -0,55%, privati in calo
Ottobre quasi in pareggio: -0,55% sulle Passenger Cars. Crescono noleggio e auto-immatricolazioni, faticano i privati. PHEV e BEV migliorano, diesel in caduta


Nel mese in cui gli incentivi BEV sono stati riattivati ed esauriti in appena un giorno, il mercato non ha trovato la spinta sperata.
La corsa alle prenotazioni ha impattato solo in parte sulle immatricolazioni reali, per via di tempistiche e procedure che spostano gli effetti sul calendario. Il risultato è un ottobre che si avvicina ai volumi del 2024 ma perde 700 unità, con un saldo di -0,55%. È il termometro di una domanda che risponde agli stimoli ma resta frenata da incertezze economiche, tassi e inflazione percepita, mentre la transizione verso l’elettrico continua a procedere a strappi.
Numeri di ottobre: il quasi pareggio che non rassicura
Le Passenger Cars targate sono 126.473, poco meno delle oltre 127.000 di un anno fa a parità di giornate lavorative(23). La fotografia racconta un mercato in equilibrio precario, con il comparto dei Light Commercial Vehicles in controtendenza: oltre 16.000 unità, quasi un migliaio in più, pari a +5,3%, ma lontano dal brillante +19% di settembre. Al netto dei numeri, la tendenza da inizio anno resta in lieve flessione, poco sotto i tre punti percentuali, circa 35.000immatricolazioni in meno rispetto ai primi dieci mesi del 2024.
Canali di vendita: privati in rosso, rent e self-registration tengono su il mercato
La nota più stonata è il canale privati, in -12% su ottobre e con quasi 10.000 targhe in meno nel solo mese. La market share mensile scende al 57,5%, oltre 7 punti sotto l’ottobre 2024; nel cumulato la flessione di quota è -4,6 punti e il saldo dei dieci mesi registra un disavanzo oltre 80.000 unità. A sostenere il “quasi pareggio” sono stati il noleggio a lungo termine (+16%) e il noleggio a breve (+22,5%), ma soprattutto le auto-immatricolazioni (+39%), che tornano a esercitare un ruolo determinante, spesso artificiale, nell’equilibrio del mese. Nel dettaglio, gli acquisti diretti aziendaliavanzano appena (+2,7%), mentre il NLT immatricola 27.000 auto con un incremento di quasi 4.000 unità, raggiungendo nel 2025 300.000 targhe sul periodo gennaio-ottobre, 35.000 in più dell’anno scorso. Il NBT è positivo ma su volumi ridotti: 1.700 targhe a ottobre e 80.000 nei dieci mesi; nel 2025 i canali del rent valgono il 29% del mercato.
Alimentazioni: PHEV esplodono, BEV crescono, diesel arretra
Sul piano delle alimentazioni, ottobre incorona le plug-in hybrid con un macroscopico +108% e le elettriche con +26%; segno più anche per le mild hybrid a benzina (+14%), che però non bilanciano il calo della benzina “pura”(-16%). Le full hybrid avanzano lievemente (+1,7%). Continua la discesa del diesel, a -24%, mentre il gpl cresce di +4,3%, ossigeno leggero pari a circa 500 unità aggiuntive. È un mix ancora instabile, con PHEV e BEV che sfruttano finestre di convenienza e politiche di rete, mentre le alimentazioni tradizionali risentono della pressione normativa e del costo totale di possesso.
LCV: il lungo termine sfiora la leadership e spinge i BEV
Nel perimetro LCV, l’ottobre discretamente soddisfacente (+5,3%) attenua il cumulato negativo (-5,2% e oltre 8.000unità in meno). Vanno in rosso le microimprese (-12%), le aziende in acquisto diretto (-2%) e il noleggio a breve(-35% su volumi stagionalmente modesti). Il noleggio a lungo termine conferma invece il suo ruolo anticiclico: +26%sul mese, quota vicino al 40%, e una dinamica che lo rende pilastro del comparto. Sul fronte ambientale, gli LCV dieselrestano stabili mese su mese ma sul cumulato calano quasi -10%, pur detenendo l’83% del mercato. In forte progresso gli LCV BEV (+61%), con market share annua ormai vicino al 5%.
Emissioni e sanzioni: il conto CAFE che pesa sui conti
Il tema CO2 resta il convitato di pietra. Nelle Passenger Cars la media dei primi dieci mesi è 115 g/km, a fronte di un target a 93,6 g/km, con sanzioni teoriche già accumulate per 2,685 miliardi di euro. Il canale privati pesa per 1.598 milioni, con una media di 118 g/km, superiore al dato complessivo. Le aziende si attestano a 131 g/km (circa 249 milioni), mentre il noleggio a lungo termine è il più virtuoso con 108 g/km, pur accumulando 401 milioni. Il rent-a-carè a 118 g/km (187 milioni), le auto-immatricolazioni a 110 g/km per 242 milioni, anche grazie alla presenza di molte BEV e PHEV come demo e km zero. Negli LCV la media è 181 g/km contro un target di 153,9 g/km, per 380 milionidi sanzioni tra gennaio e ottobre, oltre metà ascrivibili agli acquisti societari.
Marche e modelli: chi sale e chi scende
Tra le prime dieci marche di ottobre spicca Fiat con +25,66% e 11.890 immatricolazioni, circa 2.400 in più in un mercato quasi stabile. Tengono Toyota (+0,78%) e Audi (+1,34%). In flessione Volkswagen (-10,52%), Dacia(-1,64%), BMW (-2,23%), Renault (-14,93%), Peugeot (-23,21%), Mercedes (-5%) e Jeep (-22,47%). Bene nelle retrovie Citroën (+46,79%), MG (+13,09%), Alfa Romeo (+22,89%) e Cupra (+53,63%). Continua la corsa di BYD, oltre 1.800 targhe nel mese. Sul fronte CO2, la classifica delle sanzioni teoriche vede Audi in testa (obiettivo 91,3 g/kmvs 136 g/km effettivi, 235 milioni), Volkswagen a 216 milioni (target 95,1, media 119), Fiat a 215 milioni (target 99,3, media 117). Toyota è virtuosa: target 96,6, media 96, in credito di 6 milioni.
Channel mix: leadership privati in erosione, rent quasi al 30%
Il canale privati vale nel cumulato 53,6%, -4,6 punti sull’anno. Il noleggio sfiora il 30% di market share complessiva (23% NLT, 6,2% NBT). A ottobre Toyota guida per volumi ai privati con 6.952 auto e un mix privati del 64,9%, ma la quota più alta in questo canale è di Suzuki (94,4%), con Dacia molto vicina (90,3%). Negli acquisti diretti aziendalisvetta Mercedes con mix 17,7% (media canale 5,9%), seguita da BMW (15,4%), Mini (14,7%) e Audi (11,3%). Nel NLT ricorrono in modo significativo Cupra (48,1%), Alfa Romeo (42,1%), BMW (39,9%), Audi (38,7%) e Peugeot(34%); nel NBT le quote più visibili sono Peugeot (7%) e Cupra (5,6%).
Ultimi tre giorni e stock: la pressione commerciale sotto controllo
La “corsa di fine mese” resta contenuta: gli ultimi tre giorni feriali di ottobre valgono il 22,2% delle immatricolazioni totali, in linea con settembre. Tra i più attivi nelle targhe last minute figurano Hyundai (43,1%), Opel (36,8%) e Alfa Romeo (33,5%); i meno attivi Mercedes (12,7%), Dacia (13,5%) e Suzuki (14,2%). Negli LCV la quota “ultimi tre giorni” è 21%, con Fiat (34,4%), Peugeot (33,1%) e Citroën (29,6%) più dinamiche. Sul fronte stock, delle auto targate tra 2023, 2024 e primi dieci mesi 2025 (quasi 500.000 unità, di cui 310.000 a benzina, 75.000 diesel e 27.000BEV), il 24,8% è ancora in attesa di cliente. Quasi la metà delle PHEV (49,5%) è ancora in stock; tra le BEV il 50,5%resta a terra ma in calo di oltre 2 punti, segno che la digestione delle giacenze elettriche procede, seppure lentamente.
Nota metodologica e outlook: ora serve domanda “vera”
A partire da quest’anno, i dati includono anche le importazioni senza targa, cioè telai con documenti omologativi esteri poi targati per la prima volta in Italia. L’informazione aiuta a leggere meglio un mercato attraversato da pratiche commerciali evolute e da una transizione energetica ancora spezzettata. Guardando avanti, la partita si giocherà su tre assi: stabilità degli incentivi, pianificazione industriale che allinei disponibilità e mix, e fiducia dei privati, oggi l’anello debole. I segnali positivi arrivano dai noleggi, che restano motori di rotazione parco e di ricambio tecnologico. Ma senza riattivare il canale domestico con strumenti semplici, tempi certi e TCO chiaro, l’auto italiana continuerà a correre con il freno a mano tirato.
  
  
  
  