Volkswagen, il sindacato aumenta la pressione su Oliver Blume - Affaritaliani.it

Auto e Motori

Ultimo aggiornamento: 08:42

Volkswagen, il sindacato aumenta la pressione su Oliver Blume

Il consiglio di fabbrica spinge per la separazione dei ruoli del CEO: sindacato e governance al centro della partita sul futuro di Volkswagen e Porsche.

di Giovanni Alessi

La governance del gruppo Volkswagen torna al centro del dibattito, e questa volta la voce più decisa arriva dall’interno.

Come riporta Reuters, Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica, ha chiesto al CEO Oliver Blume di scegliere: guidare Wolfsburg o restare alla testa di Porsche, ma non entrambe. Le parole, contenute in un promemoria interno visionato dall’agenzia, hanno acceso i riflettori sul peso che il sindacato continua ad avere nelle scelte strategiche del colosso tedesco.

La questione del “doppio incarico” accompagna Blume dal 2022, quando Porsche è stata quotata come società separata. Da allora, investitori e analisti hanno sollevato dubbi sulla sostenibilità di una leadership divisa tra due marchi con esigenze, mercati e strategie distinti. Ora, però, a chiedere un cambio di passo è il cuore sociale di Volkswagen: il sindacato, che rappresenta migliaia di dipendenti e ha un’influenza diretta sulla vita aziendale.“Un amministratore delegato non può essere un capo part-time a Wolfsburg e passare il resto del suo tempo a Zuffenhausen. Questa situazione deve finire”, avrebbe detto Cavallo durante una riunione del personale, secondo quanto riportato da Reuters. Una frase che non lascia spazio a interpretazioni e che conferma il ruolo centrale delle istanze sindacali nelle dinamiche di potere all’interno del gruppo.

Il sindacato in Volkswagen non è un attore di contorno: con un forte radicamento in Germania e un’influenza diretta nel consiglio di sorveglianza, incide sulle decisioni strategiche e sul futuro dei top manager. Non a caso, in passato è già stato determinante in cambi di leadership, spostamenti organizzativi e orientamenti industriali. Oggi, in un contesto segnato dalla transizione elettrica e dalla pressione sui conti, la voce dei lavoratori si intreccia con quella degli azionisti, che chiedono chiarezza e stabilità di governance. Sempre secondo fonti citate da Reuters, Porsche avrebbe già avviato la ricerca di un successore per Blume. Un segnale che il tema non è più confinato alle discussioni interne, ma si muove anche sul piano operativo. Se questa prospettiva si concretizzerà, potrebbe segnare un passaggio cruciale per il futuro di entrambe le aziende: Volkswagen, che deve rafforzare la propria strategia sull’elettrico, e Porsche, che punta a consolidare la sua autonomia di marchio quotato.

In questa partita, il sindacato non è solo osservatore, ma vero e proprio ago della bilancia. Con il suo intervento, Cavallo ha ribadito che la governance non è solo una questione di numeri e azionisti, ma anche di equilibri sociali e di fiducia dei dipendenti. Un messaggio che conferma come, nella casa di Wolfsburg, il futuro della leadership non possa prescindere dal dialogo con chi rappresenta la forza lavoro.