Preoccupante rallentamento dell’economia globale
«Implementare i piani di riforme», che incorporano le politiche monetarie, fiscali e strutturali «per stimolare la persistente debolezza della crescita», per «creare posti di lavoro e costruire un'economia globale più inclusiva». È questo l'invito che arriva dal rapporto Ocse. “Going for Growth 2016” individua le priorità per rilanciare la crescita e sottolinea l'importanza nella progettazione di programmi di riforma.
Il rapporto evidenzia che il rallentamento del ritmo delle riforme è proseguito nel corso del 2015, «in particolare nelle economie avanzate, ma anche in quelli emergenti» e «non abbastanza è stato fatto per promuovere l'innovazione o la regolamentazione del mercato del lavoro, che sono aspetti critici delle sfide» di oggi. «Il rallentamento preoccupante dell'economia mondiale esige - spiega il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria - una risposta politica urgente e globale, attingendo a tutte le leve politiche monetarie, fiscali e strutturali a disposizione dei governi».
«Data l'ampiezza e la continua evoluzione della natura delle sfide di crescita e di inclusione», delle economie avanzate ed emergenti, «il rallentamento del ritmo delle riforme strutturali è un problema serio. Una maggiore ambizione delle riforme strutturali può contribuire a realizzare migliori condizioni per gli investimenti e l'innovazione, che porta a una maggiore produttività, migliori posti di lavoro e a un approccio più inclusivo al perseguimento della crescita che - sottolinea - è a vantaggio di tutti i segmenti della società».
Italia e Spagna prime in Europa per riforme
L'Ocse osserva che il rallentamento del processo di riforma delle economie dell'area Ocse osservato nel 2013 e nel 2014 è proseguito nel 2015 ma il ritmo dell’attività riformatrice «continua a essere generalmente più alto nei Paesi dell’Europa meridionale, in particolare l’Italia e la Spagna, che tra i Paesi nordeuropei, che sono stati meno influenzati dalla crisi economica globale». Al di fuori dell'Europa, i Paesi in cui sono state scattate un numero relativamente alto di riforme sono il Giappone tra le economie avanzate, la Cina, l'India e il Messico, tra le economie emergenti.
Fra le misure che l'Ocse sollecita ci sono oltre a quelle per sostenere la domanda nel breve termine, le politiche strutturali mirate a regolare gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche. «I tassi di interesse eccezionalmente bassi migliorano lo spazio fiscale dei governi, offrendo un'occasione unica per fare investimenti in infrastrutture che amplificheranno la domanda e miglioreranno effettivamente le finanze pubbliche», spiega il segretario generale Gurria. «Scegliere i progetti giusti, combinati con riforme strutturali, genererà moltiplicatori più elevati sull'attività economica. Questo può rilanciare la crescita, riducendo al contempo il rapporto debito-Pil», conclude.