Politica
38 Province tornano al voto. Ma non erano state eliminate?
Altro che cancellate, le Province esistono ancora e vanno pure al voto. A prescindere dal risultato del 4 dicembre scorso, l'Italia continua ad essere articolata in enti intermedi territoriali. L’unica differenza con la vittoria del No riguarda il nome: a pieno titolo, infatti, si può ancora parlare di Province, le cui assemblee rappresentative, però, sono elette con un meccanismo di secondo grado dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio e non più dai cittadini. La nuova architettura provinciale era già stata disegnata dalla legge Delrio del 2014 e pochi si ricordano che siamo già arrivati al secondo rinnovo dei consigli provinciali (14 sono delle città metropolitane).
Il rinnovo dei consigli
Così, domenica 8 gennaio, ben 38 Province andranno al voto per rinnovare i rispettivi consigli provinciali e in 16 casi si tratterà anche di eleggere i presidenti (che durano in carica 4 anni mentre per i consiglieri è previsto un mandato di due anni). Altri sei consigli provinciali verranno eletti tra il 9 e il 29 gennaio mentre in altre 27 Province si è votato già tra settembre e dicembre.
Le «nuove» Province non rappresentano più direttamente la volontà dei cittadini/elettori ma si pongono a metà strada per mediare tra la volontà dei consiglieri-sindaci/grandi elettori e le Regioni. Detto questo, nel sistema delle Province i tagli sono stati draconiani (circa due miliardi in due anni), con 20 mila dipendenti in meno su 48 mila totali, ma le competenze rimangono sempre le stesse: la manutenzione di 135 mila chilometri di strade (la «nervatura carrozzabile» del Paese) e la gestione di 6 mila scuole.