Politica
Acquisto di armi, si lavora per velocizzare l'iter. L'emendamento per dribblare la Corte dei Conti e le proteste
La Difesa: "Non lo facciamo per saltare i controlli ma per motivi di riservatezza". I dubbi delle opposizioni

Guido Crosetto
Acquisto di armi, l'emendamento fa discutere. Bonelli (Avs): "La fine della democrazia"
Il governo valuta la possibilità di accelerare l'iter per l'acquisto di armi in vista del piano decennale che dovrebbe portare l'Italia, come tutti gli altri Paesi della Nato (Spagna esclusa) ad arrivare al 5% di spesa del Pil per riarmarsi. La misura a cui starebbe lavorando la maggioranza - in base a quanto risulta a Il Fatto Quotidiano - prevederebbe un emendamento ad hoc legato proprio all'acquisto di armi e munizioni. L’emendamento potrebbe essere depositato oggi, alla Camera, dove è in discussione il decreto Infrastrutture. Ma il governo potrebbe rinviare per disinnescare le polemiche dopo quelle sull’aumento dei pedaggi, ipotizzato e poi cancellato, all’interno dello stesso provvedimento.
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"Non si saltano i controlli — spiegano dalla Difesa — ma si evita di rendere manifesta una scarsa disponibilità che è necessario tenere riservata. Si tratterebbe di un numero limitato di contratti, inferiore al 5% di quelli finora stipulati dalla Difesa". Protestano le opposizioni: "Vogliono apparecchiare una mangiatoia per le lobby delle armi lontano da occhi indiscreti. Inquietante, il governo si fermi", tuona Giuseppe Conte del M5S. "Quando si sospendono i controlli e si rendono segreti i contratti è finita la democrazia. Così si porta l’Italia in stato di guerra", avverte Angelo Bonelli di Avs.