Bisignani: "Ora Meloni ha contro banche e finanza internazionale". Intervista - Affaritaliani.it

Politica

Bisignani: "Ora Meloni ha contro banche e finanza internazionale". Intervista

Di Alberto Maggi

Intervista a Luigi Bisignani, profondo conoscitore dei palazzi: "Una follia la riforma dei servizi di sicurezza. E infatti regna il caos"

Un anno dopo la vittoria alle elezioni politiche, il bilancio di Luigi Bisignani

 

A Luigi Bisignani, penalizzato da Giorgia Meloni per aver scritto assieme a Paolo Madron il best seller i “Potenti al tempo di Giorgia”, vietando addirittura ad alcuni ministri di presentarlo e sbarrandogli le porte di Rai e Mediaset, Affaritaliani.it ha chiesto un giudizio sul primo anno di governo (le elezioni politiche si sono infatti svolte esattamente dodici mesi fa, il 25 settembre 2022).

Si aspettava di venir censurato dalla premier e qual è il bilancio dodici mesi dopo le elezioni?
"Una censura incomprensibile per un libro che racconta la Meloni con simpatia. Ma è il sintomo purtroppo di come si sia irrigidita e questo si evince dagli ultimi mesi a Palazzo Chigi in cui si è arroccata vedendo complotti e nemici il più delle volte inesistenti".

In che cosa il governo Meloni ha avuto successo?
"Nei primi mesi è stata brava in politica estera vincendo le mille riserve che la circondavano ma quando si è spinta troppo sull’immigrazione ha girato un po’ a vuoto...".

Immigrazione nota dolente?
"Il protagonismo della Meloni su questo tema è diventato un problema soprattutto quando si è fatta trascinare a Tunisi. Avrebbe dovuto lasciar lavorare in silenzio Tajani, Crosetto e Piantedosi anziché delegare anche questa croce al povero Mantovano già oberato da mille incombenze...".

Compresa quella di voler riformare i servizi di sicurezza…
"Una follia averla messa subito in agenda. Sta creando un caos tra gli operativi dell’AISE e dell’AISI che pensano ora più allo sviluppo delle loro carriere che alla sicurezza nazionale".

Meloni si è impegnata molto nei rapporti internazionali, ma dovrebbe pensare anche alle questioni interne che forse ha trascurato...
"Non è riuscita a creare una squadra coesa a Palazzo Chigi dove il trio Mantovano, Fazzolari e Caputi si guarda in cagnesco e neppure con i ministri, abbandonati al loro destino anche perché la premier sta più tempo in aereo che dietro alla sua scrivania a Chigi...".

Qual è il più grande errore commesso da Meloni in questi dodici mesi?
"Aver perso quella freschezza che ci aveva entusiasmato e lo dice uno che l’ha sempre vista con grande simpatia. Anziché allargare il suo sguardo si è arroccata attorno al suo mondo che le combina un sacco di guai e che è ancora anni luce indietro rispetto a lei. Il provvedimento sugli extra-profitti delle banche è stato poi un errore da cartellino rosso".  

Addirittura cartellino rosso, perché?
"Con un solo provvedimento - peraltro poi stravolto - si è messa contro il mondo finanziario e bancario internazionale che le stava dando credito. La crescita dello spread nasce proprio da quella decisione inutile presa per di più nel silenzio delle tenebre. Dovrebbe ascoltare più Giorgetti e il futuro governatore della Banca d’Italia Panetta e meno il suo Fazzolari detto ‘spugna’".

Un voto alla premier e un voto al governo?
"Alla premier 7,5 per simpatia e incoraggiamento. Al governo 5. Troppi ministri inadeguati da rimandare a casa, talmente tanti che è inutile fare i nomi. La Meloni lo sa bene, iniziando dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Ciriani".