Politica
Cala la fiducia nei partiti litigiosi, cresce la voglia di leader competenti

L'effetto-Draghi si rispecchia anche nell'esito delle amministrative: vengono premiate le figure più rassicuranti
Gli elettori hanno votato con poco entusiasmo e preferendo le figure rassicuranti ai programmi più "disruptive": è l'effetto-Draghi, in un Paese che ha bisogno di certezze dopo due anni drammatici di pandemia
Se c’è un fil rouge che tiene insieme i concitati eventi elettorali e uno scenario quantomai frastagliato, esso può essere ricavato incrociando due dati: la bassa affluenza, che non è mai una situazione positiva, e la sonora bocciatura delle forze contrapposte al Governo Draghi. Non il centrodestra nel suo complesso, ma certamente l’opposizione dichiarata di Giorgia Meloni e quella più ondivaga di Matteo Salvini, che negli ultimi mesi ha cercato un difficile equilibrio tra la Lega di lotta e quella di governo. Con risultati non eccezionali.
Risorge, nel campo del centrodestra, l’anima centrista e moderata che ha trovato in Forza Italia quel centro di gravità permanente che ha espresso la linea più coerente sul Governo Draghi, quello dei “migliori” o quantomeno di profili carismatici e performanti incarnati certamente dal Premier, ma anche da Beppe Sala a Milano. Se qualcuno avesse previsto la vittoria del centrosinistra al primo turno nella culla del berlusconismo e del leghismo sarebbe stato preso per matto, non solo dieci anni fa, ma anche nella precedente elezione del 2016, la prima vinta da Sala. Le cose sono cambiate.
Il Pd è certamente il vincitore di questo primo turno, ma in un quadro complessivo che sollecita la necessità di portare a compimento l'alleanza strutturale con il M5S: lo rendono necessario non solo gli imminenti ballotaggi, al termine dei quali tireremo le somme definitive, ma anche l'eclatante risultato di Napoli, dove il nuovo fronte progressista allargato al partito di Giuseppe Conte ha già sbancato.
Viene premiata la linea rassicurante dei leader, sia l'ex Premier, che ovviamente Enrico Letta, il quale ha raggiunto il suo obiettivo personale a Siena. In momenti di grande incertezza non è tempo per toni troppo esacerbati, per quanto il malcontento sociale possa facilmente trovare sponda nelle piazze che contestano il Green Pass o le crescenti diseguaglianze.
Se cala la passione per un dibattito politico molto acceso e sanguigno, fattore che può effettivamente preoccupare, cresce quella per una politica fatta di competenze e anche di moderazione nei toni. Non necessariamente nei contenuti. E questo, dopo anni di aprioristica contestazione nei confronti di qualunque potere costituito - non solo la politica, ma anche la scienza - non è affatto una cattiva notizia.