Calenda a Bruxelles? Macché rinnovamento, è trasformismo - Affaritaliani.it

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Calenda a Bruxelles? Macché rinnovamento, è trasformismo


La mega-nomina di don Carlo Calenda ad ambasciatore a Bruxelles? Non è un segnale di rinnovamento ma un premio al trasformismo.

Il nuovo rappresentante dell'Italia era, con Andrea Romano, l'esponente più vicino a Luca Cordero di Montizemolo, che si alleò con don Mario Monti, alle ultime elezioni politiche

Per colpa del "destino cinico e baro", di saragattiana memoria, gli ingrati elettori, tuttavia, non plebiscitarono l'ex premier.

Gli italiani, infami e irriconoscenti, trombarono Calenda. Ma garantirono stipendione e seggio al furbo Andrea Romano che, pochi mesi dopo, con una scelta nobile e disinteressata, lasciò i quattro gattoni centristi, ossequiando Matteo Renzi.

E il suo nuovo "azionista di riferimento", ogni sera, lo spedisce, negli studi Tv, per tuonare contro il trasformismo, vero cancro della politica.

Quello degli altri, ca va sans dire...

Calenda venne "risarcito" con la nomina a viceministro allo Sviluppo economico e ora promosso a nuovo volto di Roma a Bruxelles.

Il rapporto personale tra l'ex assistente di Luca Cordero e il suo nuovo azionista di riferimento, Matteo Renzi, ha prevalso sul niet, sollecitato, spesso, a parole, da molti ai salti della quaglia e allo scilipotismo. Ed appare in netto contrasto con il rispetto della chiarezza politica e, soprattutto, della volontà degli elettori, espressa nelle "gabine", di bossiana memoria.