Politica
Caro Presidente Berlusconi, è vero. Grazie a lei in Italia comanda la Lega

È triste dover constatare che anche nel suo partito e nelle sue televisioni pullulano correnti “filosovraniste”, “filosalviniane” e “filomeloniane"
di Biagio Maimone
Caro Presidente Silvio Berlusconi,
ha ragione quando afferma che la Lega e i "Fascisti", così da Lei definiti, sono andati al potere grazie ad una sua scelta che li ha legittimati. A tal proposito non deve essere dimenticato che il fascismo era stato ritenuto incostituzionale. Attualmente, tuttavia, occorre prendere atto del fatto che la Lega e Fratelli d’Italia alleati potrebbero raggiungere un elevato consenso e governare il nostro Paese. Non si può tacitare il fatto che a questi due partiti sono stati concessi spazi rilevanti sui giornali e nelle televisioni, anche nelle sue televisioni, Caro Presidente. Tanti giornalisti li sostengono proprio nelle sue reti televisive, a casa sua, ponendo a loro disposizione intere trasmissioni in odore di populismo e di sovranismo, da cui Lei dice di aver preso le distanze. Guai a dir male delle loro idee perché una certa stampa nazionale, anche online, si scatena in loro difesa. Parecchi sono i giornali, Caro Presidente, che danno voce a questi due partiti di stampo sovranista. Il dado ormai è tratto: diventa difficile ridurne la portata, anche se Lei ne parla male. A poco, mi creda, servono le sue parole. È triste dover constatare che anche nel suo partito e nelle sue televisioni pullulano correnti “filosovraniste”, “filosalviniane” e “filomeloniane”: sono certo che Lei ne sia al corrente. Sarebbe apprezzato, ed è già atteso, il suo allontanamento definitivo, senza rimpianti, da questi due ormai vetusti partiti per creare il centro, il nuovo centro cattolico, liberale, moderato ed europeista. Ritroverebbe, Caro Presidente, i consensi perduti e la stima di tanta parte della popolazione del nostro Bel Paese che - mi creda - ha paura realmente dell’avanzare indiscusso del sovranismo, che può condurre, come insegna la storia, al totalitarismo.