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Politica
Caso Uss, scontro totale Nordio-magistrati. "Dal ministro grave interferenza"
Artem Uss

Caso Uss, lo scaricabarile tra magistrati e governo. L'articolo 714

Il caso Artem Uss adesso si è trasformato in uno scontro aperto tra magistrati e ministro della Giustizia. Dopo l'azione disciplinare decisa da Nordio nei confronti di tre pm della procura di Milano per "errore non scusabile" è scoppiato il caos. Esistono a volte dei paradossi. Nella politica soprattutto. E così - si legge sul Fatto Quotidiano - può succedere che un ministro metta nel mirino alcuni magistrati per non aver chiesto il carcere di un soggetto poi evaso, quando in realtà quello stesso ministro avrebbe potuto chiedere uguale misura, ma non lo ha fatto. Quello di Uss Artem è diventato un caso di scaricabarile. Nordio, infatti, in base all’articolo 714 del codice di procedura penale avrebbe potuto chiedere una misura coercitiva (anche il carcere) per l’imprenditore. Cita il codice: "In ogni tempo la persona della quale è domandata l’estradizione può essere sottoposta, a richiesta del ministro della Giustizia, a misure coercitive". Certo l’ultima parola sarebbe sempre stata dei giudici, ma questa richiesta, dopo la concessione dei domiciliari, non è mai arrivata.

"È una deriva pericolosa che scardina il principio della separazione dei poteri", ha detto in assemblea il presidente facente funzioni del Tribunale di Milano Fabio Roia. E - prosegue il Fatto - non usa mezzi termini Eugenio Albamonte, leader delle toghe progressiste di Area: “È un esercizio dell’azione disciplinare a furor di popolo, anzi di governo, che crea un precedente molto grave in termini di invadenza del potere esecutivo sull'autonomia e indipendenza della giurisdizione. È un modo per scaricare sugli altri le proprie responsabilità". Per l’Anm di Milano, l’azione disciplinare serve a "mascherare inadeguatezze delle amministrazioni". Ieri Giorgia Meloni ha incontrato Nordio per avere chiarimenti. E oggi il ministro riferirà in Parlamento.

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