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Politica
Covid, mix vaccini, comunicazione. I motivi dell'ira di Draghi verso Speranza
Mario Draghi (Lapresse)

Alla fine, Mario Draghi ha deciso che la seconda dose di AstraZeneca si potrà prendere per chi ha già preso la prima e non vuole ricevere un mix di vaccini. Solo una settimana fa, però, lo stesso Draghi al termine del G7 in Cornovaglia si era ritrovato a commentare l'obbligatorietà della cosiddetta "eterologa".

La linea Speranza smentita in una settimana

Il ministro Speranza aveva infatti apenna sancito l'obbligatorietà del mix di vaccini per gli under 60 che avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Appena una settimana dopo questa linea viene smontata e dunque anche Draghi è costretto a rimangiarsi quanto detto. "È facile intuire l’irritazione che il premier fatica a trattenere durante la conferenza stampa convocata in fretta e senza preavviso, venerdì, di ritorno da Barcellona", scrive la Stampa, che sostiene che il premier sia arrabbiato con il ministro della Salute.

Draghi infuriato per il calo improvviso nelle somministrazioni

"Draghi era convinto che il caos sull’opportunità di inoculare AstraZeneca durante gli open day, anche sotto i 60 anni, sarebbe rientrato facilmente dopo la decisione di Speranza. Così non è stato" scrive La Stampa, dopo sette giorni in cui "è successo di tutto. Prima la Campania e subito dopo il Lazio - dove un cittadino su dieci che deve fare il richiamo non vuole cambiare vaccino - si ribellano al diktat di Speranza. Al premier mostrano i dati di un crollo improvviso delle somministrazioni, probabilmente provocato da queste incertezze comunicative".

Draghi sconfessa se stesso pur di ribaltare la decisione di Speranza

Cosa che l'Italia non si può permettere, soprattutto non mentre la variante Delta del virus in diffusione dal Regno Unito nel resto d'Europa. "È per questo che il premier strappa con la sua consuetudine di non convocare mai all’ultimo, e d’urgenza, una conferenza stampa per non dare l’impressione dell’emergenza", scrive La Stampa. "Anche a rischio di sconfessare se stesso, Draghi decide di ribaltare la decisione del ministro. Dice che l’eterologa funziona, che lui stesso farà un altro vaccino dopo la prima dose di Az (e qui per qualcuno al ministero della Salute fa un passo falso), ma lascia libertà di scelta". Riallineandosi dunque al verbale del Cts, dove si raccomandava di non usare AstraZeneca sotto i 60 anni ma non si imponeva l'eterologa.

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