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Politica
Cucchi, gaffe sull’aeroporto di Firenze. Letta farà la fine di Prodi?
Ilaria Cucchi

Con la Cucchi cominciano i guai. Gaffe sull’aeroporto di Firenze. Letta farà la fine di Prodi?

Cominciano i guai per la coalizione di centro-sinistra a causa dell’irruenza della pasionaria Ilaria Cucchi che si è immedesimata un po’ troppo nella parte e dice che “L’aeroporto di Firenze non si tocca, non può essere ampliato. Noi andremo avanti su questa linea”.

Ricordiamo che la Cucchi è candidata al collegio uninominale in Toscana con Sinistra italiana e verdi.

La Cucchi pensava ingenuamente di interpretare al meglio i sentimenti verdi ma non ha fatto i conti che si trova in una coalizione con il Partito democratico che, come noto, ha una posizione più sviluppista e deve mediare tra istanze diverse, spesso contradditorie, data l’eterogeneità dello schieramento. Ha dato poi particolarmente fastidio al Pd il pronome “noi” utilizzato con sottinteso (in)sapiente dalla candidata per proteggersi e rafforzare la sua posizione.

Tutto questo ha letteralmente arroventato le linee telefoniche tra Firenze e Roma, manco si trattasse del telefono rosso tra Washinton e Mosca.

Si è attivato subito il sindaco di Firenze Dario Nardella che ha chiamato leggermente alterato (eufemismo) il suo segretario Enrico Letta e gliene ha dette letteralmente di tutti i colori. Subito dopo è dovuto intervenire il segretario del Pd cittadino Andrea Ceccarelli che ha cercato di metterci una toppa. Ugualmente sconvolto il segretario regionale Eugenio Giani e la responsabile metropolitana Monica Marini.

Ma iniziamo dal sindaco.

I retroscena lo danno letteralmente furioso perché la questione dell’aeroporto è molto delicata e Nardella si è impegnato molto in questi anni e tutto il lavoro fatto rischia di andare in fumo.

Ha così dovuto smentire le parole avventate della Cucchi: "Ho parlato con Ilaria Cucchi oggi e siamo d’accordo, come lei stessa ha avuto modo di precisare, che qualunque posizione che prenderà sul tema dell’aeroporto sarà condivisa con me e con gli altri amministratori del territorio. Le ho fatto presente ovviamente che per il comune di Firenze e la città metropolitana il progetto del nuovo aeroporto è una priorità".

Immediata dunque è partito il guinzaglio alla irruente candidata che cominciava a capire di averla fatta grossa.

A ruota è seguito segretario cittadino: “Il Pd di Firenze è sempre stato a favore della nuova pista, per garantire migliore operatività in sicurezza, anche pensando ai 30mila abitanti di Peretola, Quaracchi e Brozzi che subiscono i disagi per la direzione della pista attuale", che ha anche spiegato i motivi per cui l’aeroporto deve essere ampliato.

Subito dopo c’è stata la dichiarazione della segretaria metropolitana Monica Marini: "con il dialogo tra i sindaci del territorio, si arriverà a una sintesi".

Infine il segretario regionale Eugenio Giani particolarmente duro: "Ho letto le dichiarazioni di Ilaria Cucchi e sono molto sorpreso, visto il sostegno a lei nel collegio uninominale di una larga coalizione, nel prendere posizioni così in contrasto con quella che il sottoscritto e l’amministrazione della Regione portano avanti. Mi sarei aspettato almeno un contatto preventivo".

Naturalmente la palla alzata dalla Cucchi è stato un assist immediato e micidiale dal punto di vista elettorale ad Italia Viva e a Azione i cui responsabili hanno dichiarato a loro volta: "Ormai è chiaro, chi voterà per il Pd a Firenze voterà contro l’adeguamento del nostro aeroporto. Dopo il niet di Emiliano Fossi, candidato alla Camera, ora arriva quello di Ilaria Cucchi".

Insomma, la povera Cucchi, che molti accusano di aver sfruttato il fratello per “buttarsi in politica”, ha preso ben quattro dicesi quattro randellature consecutive dai suoi alleati- In pratica tutto il Pd toscano l’ha sonoramente bastonata smentendola clamorosamente.

Quello che colpisce e che può essere un vero pericolo per il centro – sinistra anche e soprattutto a livello nazionale è il non concordare le tematiche e le uscite su argomenti così delicati. A questo punto il segretario nazionale Enrico Letta deve cercare di coordinare, anche poi dopo le elezioni, le diverse spinte di una coalizione molto eterogenea che ricorda da vicino l’Unione di Romano Prodi. Anche lui doveva continuamente mediare tra Antonio Di Pietro, Clemente Mastella e Pecoraro Scanio in un eterno gioco delle tre carte che poi finì per usurare la coalizione stessa decretando la fine del secondo governo Prodi.

Sul piano particolare poi occorrerà dare una regolata alla Cucchi che sembra non percepire la delicatezza dei meccanismi politici e si è mossa con la delicatezza di una elefantessa nel classico negozio di cristallerie.

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