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Politica
Draghi e il governo in confusione. Ma per la sinistra il nemico è Djokovic
Novak Djokovic Mario Draghi

Djokovic, numero 1 del tennis mondiale, è stato preso di mira da quella sinistra che plaude ai provvedimenti coercitivi decisi dal governo dei migliori

Tre decreti in tre settimane, governo in confusione, premier che aspira al Quirinale (e che non si è fatto vedere dagli italiani), partiti della maggioranza divisi, libertà limitate, contagi, che crescono, e imprese in crisi. E l’Ordine dei Medici di Napoli minaccia: “Si rischia il “codice nero”, quando medici dovranno decidere chi curare”. E scienziati, come la prof.ssa Antonella Viola, star dei virologi in tv, costretta, dopo le minacce, a muoversi con la scorta.

Ma, per molti osservatori del cosiddetto “pensiero unico di Cabalbio”, il nemico numero uno sarebbe Novak Djokovic, 34 anni, serbo. Il numero uno del tennis mondiale, sinora escluso dagli Australian Open, ha fatto ricorso e il giudice Anthony Kelly deciderà lunedì (mezzanotte di domenica in Italia) se il Number one potrà giocare, da non vaccinato anti-Covid, il torneo del Grande Slam, che ha vinto 9 volte.

Secondo Myrta Merlino, conduttrice de “la 7”, e altri commentatori, Djokovic avrebbe già perso comunque.
Non è così, anche per quanti non ritengono, come chi scrive, che la vicenda sia un “sintomo del comunismo sanitario”(lo ha vergato, su “La Verità”, il vicedirettore, Francesco Borgonovo). 

Nella vicenda, in realtà,  tutti — giocatore, politica, sport — escono sconfitti, nell’impossibilità di risalire a un unico responsabile. In Australia, nessuno vuole prendersi la responsabilità di ammettere un cittadino serbo, con 20 titoli Major e un ingombrante bagaglio di teorie anti-vax a carico, abbottonatissimo sul suo status vaccinale, nel Paese reduce da 262 giorni consecutivi di lockdown per difendersi dal dilagare delle varianti Covid, prima Delta e poi Omicron.

Fuori dallo sport, Djokovic  ha fatto “rosicare” tutto il mondo mediatico mainstream. Egli ha fatto errori, ma sono imbarazzanti, non poco, quei settori della sinistra, che tifano per il suo respingimento alla frontiera…Un sito ha usato il termine “deportazione”.

Nole parla sette lingue-meglio di Di Maio la nostra-quando molti “censori” parlano, a malapena, la loro. E, fino a pochi giorni fa, era stimato, nel tennis e fuori, in Italia di più, da quando donò 1milione di euro agli ospedali di Bergamo, travolti dal primo attacco del Covid-19, all’epoca della disastrosa gestione Conte-Speranza-Arcuri.

“Noi chi siamo- ha chiesto, ieri, Giulianone Ferrara, in un corsivo intitolato “Fate giocare Djokovic!”-per impedirgli di scendere in campo, a parte il nostro rigore assoluto, che siamo, nella vita, i primi, di tanto in tanto, a trasgredire, senza occupare posti così insigni in alcuna classifica, tanto meno mondiale ?”……

Non è così, donna Myrta Merlino, lei, che si è spellata le mani per applaudire i discorsi, trionfalistici, dei ministri Brunetta (l’ex craxiano fu asfaltato da Fabrizio de Andrè nella canzone “Il giudice”), Bianchi e Speranza, dopo i provvedimenti coercitivi, decisi dal “governo dei migliori”, guidato dal premier migliore (ma assente in tv), Mario Draghi, nella serata del 5 gennaio ?

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