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Politica
Elezioni 2022, confermate il 25/9: bocciato il ricorso di Marco Cappato
Marco Cappato

Elezioni: giudice boccia ricorso lista Cappato su ammissione

Il giudice civile del Tribunale di Milano ha bocciato il ricorso d'urgenza (ex articolo 700 del codice di procedura civile) depositato nelle scorse settimane da parte della lista "Referendum e Democrazia con Cappato", a seguito della sua esclusione dalle elezioni politiche in programma domenica. Il ricorso era finalizzato ad ottenere l'ammissione della lista nella circoscrizione della Lombardia.

“Il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto [la verifica dell'effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati] della fattispecie controversa (verifica che non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente)", dunque "deve ritenersi l’insussistenza del presupposto della richiesta tutela cautelare, costituito all’apparenza del buon diritto". È la motivazione con cui il giudice della prima sezione civile Andrea Borrelli ha respinto il ricorso cautelare. Il passaggio del provvedimento è contenuto in un comunicato della lista “Referendum e Democrazia con Cappato”. 

In caso di accettazione del ricorso di Cappato, le elezioni sarebbero slittate di due mesi.

 

Cappato: "Sto già preparando il ricorso d'urgenza"

"Nel silenzio assoluto da parte di governo, Parlamento e Presidente della Repubblica il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. È in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali”. Lo afferma in una nota Marco Cappato, leader di 'Referendum e democrazia', commentando la bocciatura del ricorso d’urgenza con cui chiedeva al tribunale di Milano l'ammissione della lista nella circoscrizione della Lombardia.

 

Il commento dei ricorrenti:

 

La battaglia di Marco Cappato e Eumans per la firma digitale per le elezioni non si ferma. Lo scaricabarile tra istituzioni farà scattare nuovi ricorsi interni e internazionali

Nella decisione del Tribunale di Milano si motiva che "il giudice non è stato posto in condizione di verificare la sussistenza del predetto elemento di fatto (la verifica dell'effettiva presenza delle sottoscrizioni digitali raccolte assieme ai certificati)  della fattispecie controversa (verifica che non può esimersi dal fare, attesa la contestazione di parte resistente)

"Una decisione insensata" dichiara Marco Cappato, leader della lista "perché ci imputa di non avere provato l’esistenza delle firme, attribuendo a noi un dovere - la verifica delle firme - che è notoriamente in capo alla Corte d’Appello e non certo ai presentatori. Anche per questo presenteremo immediato reclamo.  Nel silenzio assoluto da parte di Governo, Parlamento e Presidente della Repubblica il giudice di Milano si è trovato a dover decidere in condizioni di oggettivo ricatto prodotto dall’inerzia istituzionale. Anche per questo la nostra azione non finisce qui. E' in preparazione un reclamo urgente e ricorsi a giurisdizioni internazionali

"La decisione arriva a cinque giorni dalle elezioni - continua - ma dopo cinque anni da quando, nel 2017, il Parlamento aveva impegnato - entro 6 mesi!!- il Governo a sperimentare la firma digitale per la presentazione delle liste. Un esperimento mai tentato da nessun Governo ma non per questo scaduto come impegno.  Il Governo si era opposto al ricorso d'urgenza della Lista Referendum e Democrazia avanzando l'impossibilità di posticipare il voto in caso di accoglimento del ricorso perché a ridosso della tornata elettorale.  Ma nessuna risposta era però mai arrivata dal 25 luglio quando abbiamo diffidato formalmente il Governo per ottenere un decreto interpretativo".

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