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Politica
Elezioni Bologna, scontro nel Pd. E la terza incomoda preoccupa Letta
Isabella Conti sindaco di San Lazzaro

Nel percorso a ostacoli per la definizione dei candidati alle amministrative d’autunno, prima vera prova di alleanza strategica tra Pd ed M5s (dopo quella fallimentare delle scorse regionali), a movimentare la partita ci pensa Bologna. Sotto la Torre degli Asinelli, infatti, ha da poco ufficializzato la sua partecipazione alle primarie di coalizione Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro, comune alle porte del capoluogo. Un’amministratrice molto nota anche fuori dai confini emiliano romagnoli grazie alla sua battaglia a difesa del suolo pubblico. E così tra i due litiganti, gli assessori dem Alberto Aitini e Matteo Lepore, spunta la terza incomoda. Se non addirittura scomoda per il Pd di Enrico Letta. Avrebbe tutte le caratteristiche che piacciono al segretario, ma con la controindicazione di essere renziana. Proprio i vertici del Pd bolognese hanno da poco infatti intimato l’alt a chi volesse sostenerla alle primarie. Un falso problema, a sentire proprio la prima cittadina. Intervistata da Affaritaliani, infatti, Conti precisa subito: “La mia è una candidatura trasversale e soprattutto nasce dal basso. Non c’è stato nessun imprimatur da Renzi che per primo ha compreso bene la situazione bolognese e, quindi, la spinta del territorio”.

Conti, partiamo proprio dalla sua decisione di candidarsi. Come è nata?
Sono diversi mesi che ricevo sollecitazioni da tante parti della città, associazioni e cittadini che mi chiedono di impegnarmi. Io amministro San Lazzaro che è proprio alle porte di Bologna. Le politiche che ho portato avanti nel mio comune, da quelle ambientali (con interventi di rigenerazione urbana, cambiando il paradigma del consumo di suolo) a quelle di welfare (con la gratuità dei nidi) hanno spinto i nostri vicini bolognesi a chiedermi un impegno.

C’è stato qualcosa in particolare a convincerla?
Devo dire che ci ho pensato a lungo e ho fatto tutte le valutazioni prima di annunciare la mia disponibilità nei giorni scorsi. E’ una decisione che si è rafforzata anche guardando a quello che potrei fare per i comuni dell’area metropolitana, estendendo qui politiche innovative di welfare e di riqualificazione scolastica. E, poi, un’ultima spinta è stata l’aver capito che probabilmente a ottobre riusciamo ad andare a elezione pure a San Lazzaro. Ciò significa che potrei dimettermi a luglio e che la città, con la squadra che ho messo insieme e l’esperienza che hanno maturato gli assessori e i consiglieri, sarebbe in ottime mani.

Renzi ha tirato fuori il suo nome durante l’incontro con il segretario del Pd Letta. E’ stata una sorpresa anche per lei o ne avevate già parlato?
Ne avevamo discusso, io avevo parlato a Renzi delle sollecitazioni che ricevevo da parte di amici, ma anche da parte di ex compagni del Pd. Tant’è che oggi, appunto, la mia è una candidatura trasversale. Tenga presente una cosa.

Quale?
Lo stesso Renzi non ha mai detto che Italia viva candida Isabella Conti. Ma perché conosce bene la situazione bolognese. Sa, dopo aver parlato con me, che nei miei confronti c’è stata una spinta dal basso. Ecco perché Matteo dice solo che sarebbe bello se il  Pd e le forze del centrosinistra mi chiedessero di impegnarmi. Tutto qui. Non c’è stato nessun imprimatur.

Con Letta ha avuto dei contatti, vi siete sentiti?
Purtroppo no, io sarei felice di sentirlo, avrei piacere di confrontarmi con lui. Anche perché sono una delle fondatrici del Pd, nata e cresciuta nella sinistra bolognese, lì c’è gran parte della mia famiglia politica. Tra l’altro, mi sono riconosciuta molto nelle parole che il segretario del Pd ha pronunciato il giorno dell’insediamento. Quando Letta ha detto che bisogna essere progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicali nei comportamenti, infatti, mi sono sentita rappresentata. D’altronde, la mia storia parla per me.

Letta ha inaugurato la sua segreteria proprio nel segno delle donne, ma al momento le candidature per le amministrative sono tutte al maschile. Ha un messaggio da mandargli?
Per me è importante mandare un messaggio di armonia e valori del centrosinistra e un messaggio di programmi e progetti concreti per la città di Bologna. Dopodiché, io credo che ciò che conta sia il merito. Sarebbe anche svilente dire appoggiamo Isabella Conti perché donna. Per me, invece, sarebbe importante, intanto, avviare un percorso e un ragionamento politico, anche condiviso. Io sono a disposizione, ma attenzione.

A che cosa?
E’ importante capire che la mia non è una candidatura di genere per il genere, ma quella di una amministratrice pubblica per la città. Una candidatura che, ovviamente, sarei onorata e felice di poter condividere con tutto il centrosinistra.

Non teme, con la sua candidatura, di diventare una pedina nel gioco Renzi-Letta?
Non voglio essere percepita come persona divisiva, io sono stata sempre una che ha cucito e mai strappato. L’’unico momento in cui ho dovuto strappare è stato sul tema delicatissimo e dolorosissimo del consumo di suolo sul mio territorio.

Da cui è disceso anche il suo addio al Pd. Giusto?
E’ stata una ferita che ha dato il via alla mia separazione dal Partito democratico.

Quindi, non teme di diventare una pedina?
Il giorno dopo le elezioni a Bologna non governeranno né Renzi e né Letta e questo i bolognesi lo sanno.

E il governatore Bonaccini cosa pensa della sua corsa alle primarie?
Sento regolarmente il presidente Bonaccini come qualunque altro sindaco, per noi è un grandissimo punto di riferimento. C’è un rapporto di grande collaborazione. Ed è una persona che stimo profondamente. Tra l’altro, se abbiamo potuto realizzare nidi gratuiti a San Lazzaro è stato perché la Regione ha erogato a tutti i comuni dell’area dei finanziamenti che hanno permesso di abbattere le rette e, nel mio caso, di avere le risorse che mancavano per raggiungere la gratuità. Detto questo, ho troppo rispetto per Bonaccini per tirarlo dentro questa vicenda. Il presidente ha detto che le primarie possono essere un’occasione di arricchimento del dibattito e questo è, ovviamente, quello che auspico anche io.

Un altro problema è rappresentato dal M5s. Massimo Bugani, esponente bolognese di spicco del Movimento, dice che se c’è lei, lui esce dalla coalizione.
Bugani dice questo, ma altri dicono che non sosteranno mai Lepore. Ho capito che nel Movimento c’è questa divergenza e, quindi, non una posizione definita.

Mattia Santori del movimento delle Sardine però sottolinea che il simbolo di Iv è ingombrante. Come la mettiamo?
Io ho detto e continuo a dire che faccio una campagna molto indipendente, senza simboli e oltre gli steccati, l’ho ribadito in ogni sede. Con Santori, poi, abbiamo portato avanti iniziative insieme. Penso alla grande scritta, che ancora campeggia in piazza Bracci nel mio comune, 'Black Lives Matter', realizzata dopo l’uccisione dell'afroamericano George Floyd. Ci abbiamo lavorato dalle 9 di sera alle 4 del mattino. Ma penso anche alla collaborazione con Amnesty international per la cittadinanza a Patrick Zacki.

E quindi è fiduciosa?
Dico solo che noi sulle battaglie simboliche ci siamo sempre trovati insieme e abbiamo sempre parlato. Santori, poi, non fa endorsement a nessuno. Sottolinea questo aspetto, è vero, ma penso che alla fine tutti sappiano di che pasta sono fatta. Al di là delle formalità.

A proposito di Italia viva, a guardare i sondaggi il partito non cresce. E, poi, c’è una fuga di amministratori locali. Quanto pesa il disimpegno di Renzi e quanto la linea indefinita proprio sul fronte delle alleanze?
Io - e la mia storia parla per me - sono saldissima nel centrosinistra. Dopodiché mi occupo di Bologna. Le altre dinamiche non sono una priorità in questo momento. L’unico elemento dirimente è cosa mettere in campo per far rifiorire la città dopo la pandemia.

Se Iv spostasse il suo baricentro nel centrodestra, lei lascerebbe il partito?
Mi sembra di aver rimarcato l’ancoraggio ai miei valori. Io non li tradirò.

Gli incarichi assunti da Renzi in Arabia Saudita hanno suscitato molte polemiche. Lei che ne pensa?
Preferisco occuparmi di Bologna. Adesso le mie energie sono tutte concentrate sul territorio. Tra l’altro, ritengo che non sarebbe giusto da amministratore locale entrare in vicende che nulla hanno a che vedere con quello di cui mi occupo nel quotidiano.

Sul video di Beppe Grillo, però, un’idea se la sarà fatta.
Ritengo che quel video sia una ferita enorme per tutte le donne che hanno subito violenza, una ferita sul piano culturale. Tradisce una visione di mondo e un rapporto uomo-donna che sono distanti mille anni luce dai miei.  Dal punto di vista politico, insomma, il mio parere è tranchant. Poi c’è una dinamica umana. Sotto questo profilo, premesso che non condivido nulla di ciò che ha detto Grillo, non mi sento nemmeno di infierire su una persona non più lucida e cha ha un figlio in una situazione così grave.

 
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