Politica
Veneto, regionali al via: Giovanni Manildo e Alberto Stefani alla prova del voto. Chi sono i candidati
I veneti tornano alle urne: si elegge il nuovo presidente della Regione. I seggi resteranno aperti oggi dalle 7 alle 23 e domani dalle 7 alle 15

Giovanni Manildo

Giovanni Manildo

Giovanni Manildo

Alberto Stefani

Alberto Stefani

Alberto Stefani

Alberto Stefani

Veneto, si vota oggi e domani. Ecco chi sono Giovanni Manildo e Alberto Stefani, in corsa per la Presidenza
Via libera a una nuova tornata elettorale: oggi, domenica 23 novembre, urne aperte dalle 7 alle 23 per votare il nuovo governatore e il rinnovo del consiglio regionale del Veneto. Appuntamento anche per lunedì 24 novembre, quando ci si potrà recare ai seggi dalle 7 alle 15. I principali candidati che si sfideranno per la guida della Regione sono per il centrosinistra Giovanni Manildo e per il centrodestra Alberto Stefani. Ecco chi sono.
Giovanni Manildo, l’ex sindaco di Treviso che guida il centrosinistra verso la sfida veneta
Nato a Conegliano il 22 luglio 1969, Manildo è avvocato civilista del foro di Treviso, con una formazione giuridica all’Università di Padova e un passato nello scoutismo della FSE. La sua esperienza amministrativa nasce nelle aule del consiglio comunale di Treviso, dove entra nel 2008 come esponente del Partito Democratico, divenendo l’anno successivo segretario cittadino del partito. La svolta arriva nel 2012, quando vince le primarie del centrosinistra e si candida a Sindaco, battendo l'avversario al centrodestra Giancarlo Gentilini, figura storica della politica trevigiana.
Durante il suo mandato, punta sulla riqualificazione urbana, amplia le aree pedonalizzate, realizza nuove infrastrutture ciclabili e rilancia la programmazione culturale, riportando a Treviso grandi mostre e eventi di richiamo. È sotto la sua amministrazione che la città ospita anche la 90ª Adunata nazionale degli Alpini, appuntamento che segna una forte ricaduta economica e di immagine per il territorio. Nel 2018 tenta la riconferma, ma viene sconfitto al primo turno dal candidato del centrodestra Mario Conte. Rimane sei mesi in consiglio comunale, all’opposizione, prima di tornare alla professione forense.
La sua candidatura alla presidenza del Veneto arriva il 9 luglio 2025, sostenuta da una coalizione ampia e articolata: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Volt, Rifondazione Comunista e un fronte centrista-liberale riunito nella lista “Uniti per Manildo”, che comprende Azione, Italia Viva, +Europa, Partito Socialista e Movimento Socialista Liberale.
Alberto Stefani, il volto giovane del centrodestra che guida la corsa in Veneto
Alberto Stefani, nato a Camposampiero il 16 novembre 1992, è invece deputato della Lega dal 2018, vicesegretario federale del partito e segretario della Liga Veneta. Un'ascesa del partito rapida che ne ha determinato un nuovo corso, mantenendo i temi tradizionali ma aprendo anche a sensibilità ecologiste e alla difesa dei diritti delle donne. Rappresenta la generazione più giovane del panorama politico veneto, con un percorso iniziato già ai tempi del liceo e poi consolidato attraverso una rapida crescita all’interno del movimento. Dopo il diploma con il massimo dei voti, negli anni dell’università diventa coordinatore provinciale e poi regionale del movimento giovanile leghista. Nel 2014 entra per la prima volta nelle istituzioni come consigliere comunale a Borgoricco, e tre anni dopo si laurea in Giurisprudenza all’Università di Padova con lode.
Nel 2018 arriva il salto nazionale: viene eletto alla Camera nel collegio uninominale di Vigonza con oltre il 52% dei voti, risultando all’epoca il più giovane parlamentare della Lega. In Parlamento porta avanti battaglie contro il cyberbullismo, per la tutela degli studenti caregiver e, soprattutto, sul tema che più lo caratterizza: l’autonomia regionale. È relatore del disegno di legge sul regionalismo differenziato e primo firmatario dell’emendamento che consente la nascita della holding autostradale del Nord-Est.
Parallelamente alla carriera parlamentare, Stefani coltiva un forte radicamento territoriale. Nel 2019 si candida a sindaco di Borgoricco e viene eletto con il 51% dei voti, diventando il più giovane primo cittadino del Veneto. Durante il mandato promuove iniziative a sostegno del commercio locale, dell’inclusione educativa e della parità di genere nella pubblica amministrazione. Rinuncia inoltre all’indennità da sindaco per l’intera legislatura, destinando le risorse al bilancio comunale. A sostenerlo nella sua candidatura ci sono Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia (con la lista collegata al PRI), Noi Moderati, Unione di Centro con Il Popolo della Famiglia e la Liga Veneta Repubblica.
Gli altri candidati: Rizzo, Bui e Szumski
Oltre ai due principali sfidanti, in campo ci sono Marco Rizzo, Fabio Bui e Riccardo Szumski.
Rizzo, già segretario del Partito Comunista e oggi leader di Democrazia Sovrana e Popolare, corre con una proposta radicale e anti-sistema e punta a intercettare chi si riconosce in una critica netta alle politiche europee, al neoliberismo e alla gestione della pandemia. Di segno completamente diverso è la candidatura di Fabio Bui, ex presidente della Provincia di Padova sostenuto dalla lista civica “Popolari per il Veneto”. Il suo percorso si rivolge a un elettorato centrista, cattolico e autonomista. Infine c’è Riccardo Szumski, medico e figura molto nota nell’area del dissenso sulle politiche sanitarie degli anni del Covid. È sostenuto dalla lista “Resistere Veneto” e rappresenta l’ala più critica nei confronti della Regione per la gestione sanitaria e per le restrizioni introdotte durante la pandemia.
