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Politica
Russia, Rinaldi (Lega): "La storia insegna, le sanzioni non servono a niente"

Antonio Maria Rinaldi

Russia, Rinaldi (Lega): "Eni ha fatto benissimo ad aprire un conto in rubli"

 

L'affondo di Gianluigi Paragone

L’Eni alla fine si arrende, l’Europa chiude un occhio e le sanzioni alla Russia diventano farsa

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"Anni fa sono stato direttore generale della Sofid, la capogruppo finanziaria dell'Eni e tecnicamente avrei dovuto aprire io il conto corrente in rubli se ancora fossi in quella posizione. Non avrei esitato neanche un istante a farlo". Antonio Maria Rinaldi, economista della Lega ed europarlamentare, commenta con Affaritaliani.it la decisione dell'Eni di aprire un conto corrente in rubli a Mosca. "Ha fatto benissimo a prendere questa decisione, l'Eni deve mettere in condizione l'Italia di avere gas e petrolio in qualsiasi condizione. Poi la politica decida quello che vuole, ma tecnicamente l'Eni ha fatto benissimo ad aprire il conto in rubli, va garantito l'approvvigionamento energetico. Se il governo avesse detto paghiamo in rubli e non c'era il conto? Bisogna essere pronti a qualunque esigenza".

Per quanto riguarda le sanzioni economiche alla Russia, che stanno gravemente danneggiando l'economia italiana, Rinaldi sottolinea che se "l'Unione europea prende una decisione poi deve anche capirne gli effetti. Sarei d'accordo con le sanzioni se ci fossero stati risarcimenti adeguati per i comparti maggiormente esposti, ma questo è avvenuto in minimissima parte. A Bruxelles impongono le sanzioni con il fatturato degli altri. Ci sono aziende che chiudono e padri e madri di famiglia che restano senza lavoro, disoccupati. Il tutto per colpa dell'incompetenza delle istituzioni dell'Ue. Faccio un esempio: c'è la possibilità di esportare in Russia manufatti fino a 300 euro di costo di fabbrica ma poi, avendo inibite le banche russe dal sistema SWIFT, chi esporta non viene pagato. Ho anche fatto un'interrogazione al Parlamento europeo su questo argomento ma non mi hanno ancora risposto. Assurdo".

Rinaldi è chiarissimo: "La storia insegna che le sanzioni non servono a niente, visto in passato, quelle applicate all'Italia dopo la guerra in Etiopia, hanno solo esacerbato le tensioni buttando Mussolini nelle braccia di Hitler. Posso perfino arrivare a capirne il senso nel caso della Russia e dell'invasione militare dell'Ucraina, ma senza sostegno a chi ne ha nocumento in Italia e in Europa non hanno alcun senso. E qui le aziende stanno chiudendo. Ci stiamo dando la zappa sui piedi. Se l'Europa non è in grado di garantire ristori adeguati è meglio togliere le sanzioni, visto che le imprese sono già in difficoltà dopo due anni di pandemia e con il caro-bollette che già era esploso prima dello scoppio del conflitto", conclude l'europarlamentare ed economista della Lega.

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