Europee, Meloni punta sui voti leghisti. Lega-FdI, cosa c'è dietro lo scontro - Affaritaliani.it

Politica

Europee, Meloni punta sui voti leghisti. Lega-FdI, cosa c'è dietro lo scontro

Giorgia Meloni risorsa o problema per Salvini?

di Vincenzo Caccioppoli

Dopo le polemiche quasi quotidiane fra i due principali alleati di Governo, Salvini e Di Maio, ora si staglia all'orizzonte della politica una nuova polemica fra due potenziali alleati in un ipotetico nuovo governo, nel caso fallisse l'esperimento gialloverde. E' sempre più alta tensione, infatti, fra Fdi e Lega, che da sempre hanno marciato abbastanza uniti, anche se divisi dall'essere uno al governo e uno all'opposizione. Bisogna cercare di capire allora cosa si nasconde dietro queste sempre più frequenti schermaglie fra il partitino della Meloni e la Lega di Salvini. Non si sa fino a che punto questa polemica sia solamente strumentale, in vista dell'avvicinarsi della competizione elettorale europea, oppure se ci sia qualche frizione che potrebbe rappresentare un problema futuro, per quella che, almeno a livello locale, continua ad essere una alleanza solida e vincente.

Sicuramente il fattore elezioni incide molto, anche perchè il partito della Meloni su alcuni punti rappresenta una sicura e valida alternativa per la Lega e quindi è piuttosto naturale che, in campagna elettorale, ognuno tiri acqua al suo mulino. La continua anche se piccola crescita di fdi da molti è indirettamente correlata alla piccola flessione della Lega. Ambedue pescano dallo stesso serbatoio, anche perchè difficile pensare che qualche deluso del Pd possa spingersi a dare il proprio voto alla Meloni. Mentre è assolutamente comprensibile e prevedibile che qualche deluso della Lega della ultima ora possa invece guardare con interesse alla sua alternativa nel centrodestra, più credibile forse di Forza Italia e cioè appunto il partito della Meloni. Su molte questioni, come quella  dei migranti o sulle politiche della famiglia o su quella della sicurezza o ancora sulla lotta contro le politiche di austerità economica  dell'Europa, il partito della Meloni porta avanti le stesse istanze della Lega, ma parte dall'indiscutibile vantaggio, agli occhi degli elettori, di non avere responsabilità di governo e perciò appare libera dai gravosi impegni ed appare “immacolato” da questo punto di vista.

Furbescamente la sempre più convincente leader di FDI cavalca proprio la delusione di alcuni elettori dello schieramento di centro destra verso un governo che mostra più che una crepa all'interno della sua alleanza, con la sempre più difficile convivenza fra le due anime che compongono il governo gialloverde. Salvini e le Lega già alle prese con le polemiche dei 5 stelle e con le beghe che il governare una situazione del paese che si è fatta nuovamente difficile, rischiano di dover affrontare una sorta di “nemico in casa” anche se appaiono un po' a corto di argomentazioni per cercare di sterilizzare chi effettivamente la pensa come loro, ma è più libero di poter dare libero sfogo alla insoddisfazione crescente di parte dell'elettorato Dopo essere riusciti, con una certa facilità, ad indebolire Berlusconi e Forza Italia, adesso si trovano fra i piedi un problema con quello che invece pensavano potesse essere un alleato fedele e che non potesse fare eccessivamente “rumore”.

Ma forse i calcoli che sono stati fatti da Via Bellerio potrebbero rivelarsi sbagliati. In politica la sottovalutazione di un rivale è sempre un errore strategico che spesso di rivela fatale, come si è visto clamorosamente nella questione della Brexit in Inghilterra. Ma forse dalle parti della Lega confidavano anche in un atteggiamento più morbido ed accondiscendente da parte di fdi. Ecco anche perchè lo stesso Salvini aveva accolto con grande favore, in occasione della formazione del governo gialloverde, la ciambella di salvataggio che la stessa Meloni aveva offerto per uscire dalla impasse. Ma in quel caso i 5 stelle furono irremovibili nel loro rifiuto ad una ipotesi di questo tipo Forse il “capitano” aveva capito prima di altri che fdi all'opposizione avrebbe alla lunga rappresentato un problema proprio per la Lega.

Adesso la sua posizione si fa complicata, malgrado il partito della Meloni non rappresenti ancora con il suo 4% un vero e proprio pericolo per la sua formazione, accreditata da molti sondaggisti ben sopra il 30% dei consensi. Ma in momenti di difficoltà, come questo indubbiamente è, anche un piccolo stormir di foglia può rappresentare un problema. Resta da vedere se le elezioni risolveranno questo ennesimo dilemma. Perchè se da un lato Salvini ha la forza del grande partito, occorre sicuramente pensare anche all'eventualità di una exit strategy dall'attuale governo, come Giorgetti da tempo chiede, e diventa difficile pensare di potere comporre una maggioranza senza fare i conti con la terribile, in senso buono, ragazza della Garbatella. E perciò a elezioni finite, se la Meloni confermasse il trend di questi ultimi mesi, i due dovranno per forza di cose lasciar da parte le polemiche e mettersi intorno ad un tavolo.