La strada sembra davvero segnata. Decisa. Salvo colpi di scena dell'ultima ora, sempre possibili, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, Italia Viva approverà il Recovery Plan in Consiglio dei ministri - quasi sicuramente a metà settimana -, in modo tale da mettere in sicurezza i 209 miliardi di euro in arrivo dall'Ue come chiesto dal presidente della Repubblica, e subito dopo le ministre renziane Elena Bonetti e Teresa Bellenova si dimetteranno dal loro incarico aprendo così la crisi di governo.
A quel punto ci sarebbero due possibilità: o il premier Giuseppe Conte sale al Quirinale a rassegnare le dimissioni nelle mani di Sergio Mattarella o, più probabilmente, decide di andare in Parlamento a verificare se ha ancora i numeri, con i parlamentari di Italia Viva - sia alla Camera sia al Senato - pronti a votare la sfiducia.
Ancora stamattina fonti del Pd parlavano di "soluzione a portata di mano" e di "super-rimpasto e Conte ter". Ma, sempre secondo quanto risulta ad Affari, una volta aperta la crisi la ricomposizione dell'attuale maggioranza a quattro - M5S, Pd, IV, LeU - sarà possibile unicamente con un altro presidente del Consiglio (il nome che era circolato nei giorni scorsi è quello del titolare del dicastero della Difesa Lorenzo Guerini). Insomma, per i renziani, come ha più volte affermato la Bellanova, "questa esperienza è finita". Traduzione: serve un altro presidente del Consiglio.
L'altra ipotesi è quella di Conte che resta premier ma con un'altra maggioranza, ovvero con i cosiddetti responsabili al posto di Italia Viva. Una soluzione comunque tutta in salita, sia dal punto numerico (soprattutto a Palazzo Madama) sia perché non gradita da molti, Quirinale in testa.
A confermare lo scenario di Affari arrivano le parole dello stesso Renzi a 'L'aria che tira' su La7: "Conte può stare al suo posto quanto gli pare, il problema è se stiamo al nostro posto noi, non è pensabile spendere i soldi delle prossime generazioni per buttarli nel bagno".
Su un punto in molti concordano: no a elezioni politiche anticipate. Italia Viva è sicura che il Pd alla fine, come accadde nel 2019, dirà sì ad altre formule, così come Forza Italia e la maggioranza dei parlamentari del Movimento 5 Stelle.
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