Governo, Di Maio rassicura il Pd. M5S: accordo? Puglia no, Marche nì - Affaritaliani.it

Politica

Governo, Di Maio rassicura il Pd. M5S: accordo? Puglia no, Marche nì

Di Alberto Maggi

Il ministro degli Esteri vero interlocutore di Zingaretti

"Lavorare ad alleanze dove è possibile". Proprio mentre sembrava naufragata definitivamente ogni ipotesi di accordo tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico sulle elezioni regionali del 20-21 settembre, all'ora di pranzo di giovedì 20 settembre arriva il post di Luigi Di Maio che riapre i giochi. O almeno sembra riaprirli.

Partiamo dalla Puglia. Nella terra di Michele Emiliano un'intesa con il Governatore uscente è assolutamente impossibile, mano sul fuoco, garantito al 100%. Antonella Laricchia non verrà ritirata e sarà in campo nella sfida delle urne. Dai pentastellati spiegano che i Dem "lo sanno perfettamente" e stanno facendo solo un pressing mediatico per non far apparire Emiliano isolato, proprio mentre gli ultimi sondaggi danno Raffaele Fitto avanti di 5-6 punti percentuali.

Nelle Marche la situazione è leggermente diversa ed effettivamente si starebbe ancora tentando di costruire una difficile alleanza in Zona Cesarini, anche se Gian Mario Mercorelli, candidato ufficiale del M5S, ha già annunciato di non volersi ritirare e che l'appello del premier Giuseppe Conte è arrivato "fuori tempo massimo".

Ma la differenza tra le due Regioni è sostanziale, in Puglia Emiliano ha governato per cinque anni e in tutto questo periodo i grillini hanno fatto un'opposizione durissima e senza sconti. Non solo, lo stesso presidente del Pd lo scorso ottobre aveva detto pubblicamente di non volere il sostegno dei 5 Stelle. Nelle Marche, invece, il Pd schiera un volto nuovo, Maurizio Mangialardi, 55 anni, sindaco di Senigallia e presidente dell'Anci regionale, e ha messo da parte il contestato Governatore uscente Luca Ceriscioli. E' vero che gli attivisti e i dirigenti marchigiani pentastellati continuano a escludere ogni accordo, ma considerando la situazione e le possibili ripercussioni sul governo nazionale del voto di settembre qualche piccola possibilità di un'intesa in extremis ancora esiste.

La strategia di Di Maio è chiara. Dopo la votazione sulla piattaforma Rousseau della settimana scorsa - ok al terzo mandato per le elezioni comunali e via libera alle alleanze con il Pd per le Comunali del 2021 - il ministro degli Esteri si sta accreditando sempre di più agli occhi del Pd come unico e vero interlocutore per il M5S, sia sulle poche chance di accordo nelle Marche (non a caso due giorno dopo il voto su Rousseau anche il premier ha spinto per l'alleanza alle Regionali), sia per le Amministrative del prossimo anno, sia sull'azione dell'esecutivo e le sfide dell'autunno (Recovery Fund in testa).

Non a caso un deputato del Movimento, subito dopo il post del titolare della Farnesina, ha commentato: "Luigi si dimostra un politico responsabile, non possiamo liquidiare il Pd senza nemmeno provarci, ovviamente sempre rispettando la volontà dei territori". Di Maio ha anche inteso, con il post di oggi, correggere il tiro rispetto alla chiusura quasi categorica di Vito Crimi che, di fatto, a detta sia di parlamentari Dem sia pentastellati, rischia di mettere a rischio la tenuta del governo. Magari, sospettano i maligni, per qualche ambizione personale in vista di un possibile rimpasto dopo le Regionali.