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Politica
Governo, il Pd blinda Conte. Orlando e Bettini: “Per noi è imprescindibile”

Governo, Orlando: no fuori da questa maggioranza, Conte è l'equilibrio

"Non crediamo si possa andare fuori da questa maggioranza e crediamo che in questa maggioranza il punto di equilibrio sia Conte”, con queste parole il vicesegretario del Partito Democratico Andrea Orlando ad Agorà su Raitre, blinda il premier e allontana la crisi di governo. "Se si va oltre Conte – aggiunge - si va anche oltre questa maggioranza e noi con Salvini e Meloni...", ‘non vogliamo andarci’, fa intendere l’ex guardasigilli. Di certo al momento si può solo dire che Renzi non vuole il voto come nessun’altro in maggioranza.

Ma se il Pd blinda il premier allora per il leader di Italia Viva il campo di manovra si restringe. L’ipotesi che resta aperta è quella del mini-rimpasto ma a quel punto Renzi incasserebbe un colpo dopo aver alzato così tanto l’asticella. Potrà comunque dire che sul Piano europeo sono state accolte le sue richieste. "L'accordo in generale non lo darei per fatto, ci sono molte questioni ancora aperte – ha precisato il vicesegretario dem - sul Recovery siamo contenti che sia passata la nostra linea, l'importante è che questo tema sia stato messo al riparo dai rischi della crisi. L'importante è non intralciare il suo percorso" ed evitare che "venga impigliato nelle tensioni che ci sono" ha continuato Orlando commentando le parole di Renzi.

Governo, Bettini: Conte punto d'equilibrio imprescindibile

In Italia "siamo di fronte a una sorta di 'tempesta perfetta. Occorre arginarla e non aiutarla a divampare", ha fatto sponda a Orlando, in un'intervista al Corriere della Sera l'esponente del Pd Goffredo Bettini molto vicino al segretario Nicola Zingaretti. "Si deve andare presto al sodo: decidere, lavorare, rinunciare alle ripicche e alle tattiche estenuanti. Si deve dare una guida serena e solida agli italiani" spiega. In queste ore "Conte ha ribadito la sua volonta' unitaria. Si sono compiuti passi in avanti decisivi sul Recovery plan". Una volta approvato "si tratta di stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorita' di un programma di fine legislatura. Altro che rimpastino. Stiamo parlando di cose da fare, non di qualche ministero da distribuire".

I passaggi da compiere "li decideremo insieme". Innanzitutto "con Conte e rispettando la sensibilita' del presidente Mattarella". Un governo piu' politico "e' una garanzia per la stabilita' dello stesso Conte. A condizione che prevalga un sentimento di lealta' e di solidarieta' per un'impresa comune". Renzi "vuole dei cambiamenti. E questo puo' andar bene. Li ha sollecitati anche il Pd. Ma poi mette in campo una quantita' di proposte che sembrano voler piu' demolire che ricostruire. E lo fa con troppa arroganza". Non e' il momento di "rottamare, ma di ripartire per ricostruire". Zingaretti in questo "sta tenendo la barra dritta". Le elezioni "sarebbero una storica sconfitta per tutti". Bettini non pensa che "si possa sostituire Renzi con un gruppo di responsabili. Anche se ritengo utile interloquire in particolare con quella parte liberale di Forza Italia che in questi giorni ha posto questioni politiche con grande responsabilita' e intelligenza".

Ci possono essere convergenze "sulla giustizia, sulla legge elettorale proporzionale e su altri nodi da sciogliere". L'attuale premier "ha lavorato bene e il Pd lo sostiene con il suo profilo autonomo, ma con la massima convinzione. E' per noi un punto di equilibrio imprescindibile. Altri scenari non ci appartengono". Il rapporto con Renzi "nelle settimane passate e' stato problematico, ma franco e intenso", mai, da parte del Pd, "volto a ordire manovre di accerchiamento. Siamo un grande partito che dialoga con tutti".

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