Non solo. Di tutto c’è bisogno, in questa drammatica fase di
emergenza da
Covid, che delle divisioni fra governo centrale e governi regionali e locali e della rincorsa populistica fra esponenti delle istituzioni e della politica. Il secondo rischio è peggiore del primo. Perché mentre le divisioni fra i livelli istituzionali si risolvono anche grazie alle leggi dello Stato, leggi, regole e atteggiamenti populistici non trovano ostacoli, anzi si ampliano spinti dalla demagogia e trovando nel plauso dei cittadini “creduloni” il terreno fertile per attecchire e ampliarsi. Se vale sempre il monito: “à la guerre comme à la guerre” per cui si prende atto che questa guerra del Covid si combatte come ogni altra guerra, cioè anche con i limiti gli errori i disastri di sempre, allora la diatriba su “vaccino sì, vaccino no” è una bega fine a se stessa perché – come nell’assalto alla trincea nemica – c’è sempre chi ci rimette la pelle sacrificandosi per salvare la vita e la libertà degli altri, il futuro della Nazione. Che c’entra il populismo?
Per fermare le orde naziste Winston Churchill prometteva agli inglesi “Sangue, fatica, lacrime e sudore” ma sotto i bombardamenti delle V1 e V2 si rintanava come tutti e anche prima e meglio degli altri perché alle urne il suo voto valeva “uno” come quello di ogni singolo suddito di sua Maestà ma il primo ministro andava preservato perché rappresentava tutti ed era lui, per tutti gli inglesi, la prima ancora di salvezza. Da noi in Italia, anche oggi nel tunnel della pandemia, non si sfugge alla logica del populismo politico-istituzionale coinvolgendo persino il capo dello Stato Mattarella (in fila allo Spallanzani per vaccinarsi) e il capo del Governo Draghi (annuncia dopo la sospensione di AstraZeneca che si vaccinerà proprio con quello aggiungendo: “Mio figlio lo ha già fatto in Inghilterra”). Non si vuol entrare qui nella diatriba iper affollata pro e contro il vaccino anti Covid ma riproporre il tema politico del rapporto popolo ed eletti, in altre parole del significato della democrazia.
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