Politica
Governo, serve un Draghi-Churchill non un … Grillo. IL COMMENTO

Qui, nel quasi-caos, c’è bisogno di fatti, di risultati, di fiducia, la dimostrazione di essere in buone mani, di gente che sa guidare davvero una nave nella tempesta. Fermare la pandemia, rimettere in moto l’impresa (abbandonata) e al centro il lavoro (precarizzato giuridicamente e penalizzato nel suo potere d’acquisto) ridare un ruolo centrale allo Stato anche in politica economica, voltare pagina dimostrando che qualcosa di nuovo e di serio si sta facendo. Ecco. Il rischio, invece, è di badare alla superficie e non alla sostanza, dare un segnale fuorviante e sbagliato perché chi ha la responsabilità del comando ha il diritto-dovere democratico di esercitarlo, senza bisogno di fare la fila per una puntura o di annunciare quale vaccino si farà iniettare. Non è la prima volta, in Italia e non solo in Italia, che passata la sbornia, all’uno vale uno è seguito il duro risveglio alla realtà con un solo uomo e un solo partito al comando. In questa drammatica situazione non servono esempi demagogici che creano patine illusorie sotto un mare di macerie, ma scelte politiche inequivocabili, anche impopolari e dolorose, fuori da interessi di parte, puntando solo alla salvezza della nazione e del suo popolo. Fatti, non parole. Poi, passata la bufera, si tireranno le somme. E ognuno risponderà di quel che ha fatto.