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Politica
"Green Pass obbligatorio per lavorare? Senza senso. Chi va in piazza..."

Che cosa pensa delle violenze in piazza di sabato scorso a Roma?
"Pensare? Beh effettivamente c’è stata un’epoca in cui si pensava. Ora temo non sia più il caso. Non sta bene. Posso dirle cosa si dice in giro. Beh, in giro, si dice che moltissimi concittadini sono scesi in piazza arrabbiati, ma non violenti, per protestare contro l’obbligo di possesso di un “passaporto sanitario” per poter andare al lavoro.F ino a vent’anni fa si scendeva in piazza per molto meno. Ma oggi, come sa, non si fa più. Cosi la mobilitazione che in un primo momento veniva osservata come una strana ed esotica manifestazione della coscienza ad opera di reduci del libero pensiero, insufflata di una aberrante, seppure minoritaria, dose eversiva, è divenuta motivo di dibattito come non succedeva da tempo. Incredibile eh?".

Pensa che in quella manifestazione ci siano anche istanze condivisibili che meritano risposte dal governo?
"Anche si. Il provvedimento che obbliga ad avere un “pass” per accedere a determinati servizi e addirittura per lavorare è privo di logica se posto in essere solo per i soggetti non vaccinati, posto che la condizione scientifica che lo avvalora è “evitare il diffondersi dei contagi da SarsCov2”. È noto infatti che purtroppo il vaccino a disposizione non fornisce immunità sterilizzante. Dunque o il “pass” con esito negativo antigienico o molecolare lo si richiede a tutti oppure è in atto un’evidente e inaccettabile discriminazione per tutti coloro, otto milioni di persone, che hanno scelto di non vaccinarsi. Di fatto questo “pass” rappresenta surrettiziamente un obbligo alla vaccinazione che non ha ragione d’essere".

Condivide la mozione del Pd per sciogliere Forza Nuova?
"Le idee non si sciolgono per decreto. Piuttosto mi chiederei quali sono le cause di questo rigurgito di violenza inaccettabile e deprecabile ma esistente. Una violenza e una rabbia che sono parte integrante dell’istinto umano, istinto che si riflette nella società quando si indeboliscono gli argini culturali o vengono meno i patti non scritti di coesistenza valoriale.
È come quando si indebolisce il sistema immunitario e riemergono i sintomi di una malattia che non è mai guarita ma è solo tenuta a bada.
Il nostro perimetro ordinamentale, partendo dalla Costituzione, ha subito urti molti pesanti, e le conseguenze possono essere travolgenti. Ma di questo ne avevo già parlato, ricordando come in passato simili circostanze abbiano generato  fratture e reazioni sociali incontrollate. Naturalmente inascoltato, del resto “la storia insegna ma non ha scolari”.

Il Green Pass così come è stato ideato è un errore?
"È un errore affrontare un tema di ordine sanitario con ideologia politica. Per il resto ho già risposto".

La Lega dovrebbe scendere in piazza contro il Green Pass?
"La Lega non è un soggetto astratto, è un movimento politico composto da individui con le proprie sensibilità su questo tema. Sensibilità che sono già state ampiamente manifestate. Personalmente con altri colleghi siamo già scesi in piazza per manifestare il nostro libero pensiero e la nostra critica. Al Governo la nostra delegazione ha fatto ciò che ha potuto per arginare le storture del provvedimento, ma non abbiamo i numeri per poter incidere e far prevalere il buon senso.
Buon senso che dice, che visto che abbiamo raggiunto l’80% dei soggetti vaccinati, dovremmo evitare di insistere consumando ulteriormente il tessuto sociale già fortemente compromesso dai lockdown e da tutto ciò che è accaduto in questi quasi due anni.
I soggetti fragili e anziani sono per il 99,9% vaccinati e non rischiano di finire in terapia intensiva, il 20% di cittadini che ha deciso di non vaccinarsi non rappresenta alcun pericolo urgente e imminente tale da giustificare provvedimenti coercitivi o lesivi dei loro diritti sociali e civili.
Basta con le ideologie che alimentano un dibattito esclusivamente italiano, stiamo su logica, razionalità e buon senso se vogliamo evitare il degenerare di un disagio sociale che fa male a tutti, vaccinati e non".

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