Politica
I sondaggisti su Di Maio. "E' un berlusconiano". "Senza di lui, fine del M5s"





Alessandra Ghisleri: "I voti non li portano Conte o il ministro, pesa solo il brand". Antonio Noto: "Luigi rappresenta la storia: se va via, addio grillini"
I sondaggisti sul M5s, Ghisleri: "Ha il long Covid e non riesce a guarire"
La sempre più probabile scissione all'interno del M5s scatena il dibattito tra due tra i più noti sondaggisti. Antonio Noto e Alessandra Ghisleri disegnano due scenari diversi sul futuro del Movimento, cercando di analizzare colpe e meriti dei due contendenti: Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. La direttrice di Euromedia Research analizza l'attuale situazione del M5s così: "Sono un caso politico di long Covid. Stanchezza infinita, convalescenza lunghissima. Detto questo - spiega Ghisleri al Fatto Quotidiano - abbiamo stimato tra l’11 e il 12 per cento il tesoretto che si ritrova ancora alle politiche. Mettiamo in fila quel che mi sembra chiaro. Anzitutto il fatto che finora i voti li ha portati il simbolo. Né Di Maio, nemmeno Di Battista, né Fico né alcun altro possono intestarsi doti elettorali. La forza del Movimento era dentro il proprio corpus collettivo. Le individualità sono state del tutto marginali rispetto ai consensi raccolti. È stata la capacità performante del brand a trainare gli uni e gli altri. Consiglio di andarci con i piedi di piombo prima di modificare la regola dei due mandati. Di Maio? E' un perfetto berlusconiano".
I sondaggisti sul M5s, Noto: "Di Maio è la storia del Movimento"
Antonio Noto ha un'idea diversa sugli equilibri all'interno del M5s. "Se dovesse andare via Di Maio - spiega il sondaggista a Libero - nell'immaginario collettivo sarebbe un po' la fine del M5s, perchè Di Maio in fondo è la storia del Movimento. la cosa paradossale di Conte è un'altra: ha pensato erroneamente che il suo alto indice di popolarità potesse avere un valore anche diventando leader del M5s. Mentre, per gli italiani, non c'è nessun legame fra Conte e i grillini: tanto è vero che nel momento in cui è diventato capo politico il M5s ha continuato a perdere consensi. Il suo errore politico è stato quello di fare l'opa sui grillini. Se avesse creato un suo partito avrebbe avuto più successo rispetto a quello che ha oggi".