Politica
Il Pnrr è merito di Conte ma la politica sembra esserselo dimenticato

Il leader di Italia Viva tornava dall'Europa con le pive nel sacco dopo aver preso "mazzate". Il capo del M5S ha ottenuto più di chiunque altro
Senza Conte non ci sarebbero i soldi dell'Europa
Una cosa bisogna dirla: il PNRR, cioè il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza di 191,5 miliardi di euro, il più alto assegnato ad un Paese al mondo, è stato tutto merito di Giuseppe Conte e non di Mario Draghi, come si pensa e che invece lo ha solo parzialmente riscritto. Ma i soldi li hanno dati a Conte ed è stato un vero e proprio colpaccio che è superiore al Piano Marshall che salvò l’Italia dopo la Seconda Guerra mondiale. Anzi, ancora si discute su come abbia fatto un leader nuovo della politica, alla guida di un governo giallo – rosso, ad ottenere quello che nessuno altro era riuscito ad avere.
Vi ricordate quando il tracotante Matteo Renzi faceva il “leone da scranno” in Parlamento in Italia e poi diventava un mite agnellino appena incontrava Angela Merkel? Andava a Bruxelles imbardato come un cavaliere vichingo e tornava puntualmente e mestamente con le classiche pive nel sacco bofonchiando un “lo vuole l’Europa”.
Tornando al PNRR possiamo dire che certo, la suddivisione delle risorse è bislacca, visto che al primo posto c’è la Transizione ecologica una scommessa importante, ma non si capisce perché la Sanità sia beffardamente ultima in tale classifica. Il vero problema del virus – al di là dei vaccini- sono i posti letto in terapia intensiva che non stiamo ampliando. Sono azioni che costano, ma i soldi, questa volta, ci sono.
Come è possibile che in piena pandemia mondiale la Sanità abbia avuto le risorse minori?
A parte questo però il PNRR è la vera assicurazione sul futuro che ha il nostro