Così le forze della maggioranza in Senato hanno consegnato Salvini ai magistrati con l’accusa di “sequestro di persona” per l’arcinoto caso Open Arms. Così la maggioranza si dà la zappa sui piedi riportando lo scontro politico sul campo preferito di Salvini, in un contesto ad alto rischio dove gli sbarchi sono di nuovo un’emergenza. Il Capitano leghista non è… ai ceppi e anzi ostenta una ritrovata sicurezza: come se invece di una bomba ad orologeria avesse ricevuto un regalo se la gode di nuovo al Papeete, annunciando vendette, certo che con lui davanti ai giudici ci andranno anche Conte e Di Maio. Fatto sta che un anno fa il capo del Carroccio aveva in manol’Italia (34% da shock alle Europee contro il 17% degli allora devastati alleati 5Stelle!) mentre oggi precipita nei sondaggi ed è costretto a prendere la via del tribunale pur se “scortato” da 200 avvocati già pronti a difenderlo gratis. Come da copione, gli italiani si dividono in due opposte fazioni “estremiste” fra chi esulta e sta col pollice giù di condanna e chi, all’opposto, grida al complotto per il riproporsi del male antico: l’uso della giustizia a fini politici. L’estate torrida meteorologicamente si fa politicamente incandescente. Sarà questo, anche in vista delle elezioni regionali e del referendum del 20 e 21 settembre, il leitmotiv,mettendo in secondo piano anche l’annunciata baruffa su come sarà diviso il tesoretto in arrivo dalla Ue e persino l’effetto Covid sul Pil italiano, devastante, con un crollo nel secondo trimestre 2020 del 12,4% sul trimestre precedente e del 17,3% rispetto al periodo dello scorso anno (Istat). Dunque, maggioranza sugli altari e Salvini nella polvere? In poche ore, passata la sborniaper l’esultanza del risultato del Senato che spedisce il nemicoleghista sotto processo, nei partiti di maggioranza – specie nel Partito democratico - c’è chi s’interroga sulle conseguenze di un voto che potrebbe tramutarsi in una “vittoria di Pirro”. Così come il governo Conte2 era nato passando - con un disinvolto “voilà!” da gioco delle tre carte - da una maggioranza gialloverde a una maggioranza giallorossa avendo tutti individuato in Salvini il comune nemico da fermare comunque, altrettanto è stato fatto col voto del Senato per far fuoriil capo della Lega, cioè quel leader dell’opposizione che i partiti di maggioranza (una alleanza precaria che non decolla e non diventa coalizionepolitica) non riescono a battere sul piano politico ed elettorale. Comunque i processi si fanno in tribunale, si vedrà lì se l’ex ministro dell’Interno ed ex vice premier ha commesso reati. Per la cronaca, la nave aveva goduto dell’assistenza consentendo anche lo sbarco dei più deboli e malati. Salvini, con quell’alt, voleva dare un segnale politico perché non si lasciasse all’Italia tutto il fardello dell’immigrazione, richiamando l’Europa alle sue responsabilità. Quella fu la posizione del governo italiano allora, non solo di un suo ministro. Non ci vuol molto a capire che il processo, con tutto il suo ambaradan mediatico, può diventare un boomerang per questo governo e in particolare per M5S e Pd, una insperata ancora di salvezza e di rilancio politico-elettorale per Salvini e il centrodestra. Se c’è una coerenza dei partiti di maggioranza pare essere la coerenza al suicidio politico. Qui non si tratta di valutare l’incoerenza dei 5Stelle, il garantismo ad orologeria e ad personamdel PD, il doppiogiochismo renziano e di affibbiare ai senatori che hanno votato sìal processo l’etichetta di “ ex complici di Salvini” (Cacciari dixit) in quanto esponenti all’epoca dello stesso governo Conte 1 che hanno condiviso le decisioni dell’allora ministro dell’Interno. C’è la questione di fondo che fa tornare d’attualità il “j’accuse” dell’ex presidente della Camera Luciano Violante quando nell’ottobre del 2016 affermava: “ C’è una pericolosa subalternità della politica alla giustizia e insieme una furbesca utilizzazione della magistratura per attivare i conflitti interni al mondo politico”. Già. Così si è depotenziato il ruolo della politica, dei governi, del Parlamento. La memoria riporta indietro, alla “lotta politica” in questo Paese, a quei partiti che pensavano e pensano di risolvere le questioni politiche per vie giudiziarie. Il riferimento è in particolare rivolto a Pd e sinistra che cambiano nomi e simboli perseverando sugli stessi errori del passato. Conte prova a tenere lontana e isolata la “questione Salvini” sapendo che la crisi economica e sociale e le regionali potranno essere uno tsunami per il governo. Il premier è pronto a giocare la sua carta, quella di un forte rimpasto. L’obiettivo è arrivare in piedial semestre bianco: ma il 1° agosto 2021 è lontano.
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