Politica
L'inutilità dell'Unione europea di fronte a una guerra
Mentre Stati Uniti e Cina mantengono un ruolo attivo, l'Europa si ritrova in una posizione geopolitica marginale e poco influente nei conflitti globali
L'Europa e la sua marginalità nel contesto geopolitico mondiale
Il mondo è in fiamme, dopo il fronte ucraino, adesso un altro pericolosissimo conflitto rischia di aprirne un altro sul versante mediorientale. Proprio quando sembrava che si potesse arrivare ad una distensione, ecco la doccia fredda che rischia di rimettere tutto nuovamente in discussione. Gli accordi diAbramo, promossi da Donald Trump, dopo la normalizzazione con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain, stavano portando ad un accordo tra Israele ed Arabia Saudita che avrebbe contribuito allo sforzo di pacificazione della zona. Forse, secondo alcuni osservatori, uno degli obiettivi principali del folle attacco terroristico di Hamas, era proprio quello di bloccare questa iniziativa.
Ora tutto torna drammaticamente in discussione. Non solo nel cuore d’ Europa, ma ora anche sul fronte caldissimo del conflitto tra Israele e il mondo arabo. Ecco allora che in questa fase cruciale, gli Stati Uniti ancora una volta, alla faccia dell’isolazionismo a cui proprio Trump voleva costringerli (ma forse nemmeno lui pensava che l‘Europa fosse così debole e inconsistente in politica estera), sono sempre in prima linea sia in Ucraina, che in Israele, per cercare di mediare in queste delicatissime crisi, con tutto ciò che esso può comportare. Mentre la Cina gioca su più fronti, rivaleggiando politicamente congli Usa, ma stando bene attenta a non rompere con essa la ricca partnershi peconomica.
E intanto Turchia, Qatar, Emirati Arabi, Egitto, cercano di ritagliarsi illoro spazio. E in tutto ciò, ancora una volta, occorre denotare la drammatica irrilevanza dell' Europa. Invece della potenza "geopolitica" promessa dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, quando è entrata in carica nel 2019, l'UE si è trasformata in un pesciolino paneuropeo, che offre un certo grado di sconcerto di fronte ai grandi del mondo. Come già si è visto in Libia, dopo la destituzione del leader Gheddafi.
La risoluzione degli effetti di una scellerata guerra, creata in maniera avveduta e frettolosa, dal presidente francese Sarkozy con il tacito accordo della Merkel e malgrado la contrarietà del premier di allora Silvio Berlusconi, fu lasciata, praticamente in toto al dittatore turco Erdogan e al suo sodale russo Putin, che si spartirono la torta, come sta accadendo in Siria ed nel conflitto in Nagorno Karabakh. Ed ora, prima in Ucraina ed adesso in Israele, l’ Europa lascia ad altri il compito di cercare di risolvere conflitti, che la riguardano invece assai da vicino.
Ha ragione allora l'eurodeputato meloniano del gruppo Ecr Vincenzo Sofo, quando durante la plenaria di Strasburgo afferma: "Se siamo ancora oggi a dibattere sullanecessità di avere una vera Europa geopolitica è perché l'Unione europea a oggi ha fallito la sua missione essendosi occupata di tutto tranne che di crearsi un ruolo nelle dinamiche internazionali."
E d'altra parte proprio il partito della premier, che occorre dire si sta muovendo con grande maestria sullo scenario internazionale, dimostrando che l’autorevolezzaa e la leadership (come il coraggio di manzoniana memoria, se non li si ha mica uno se li può dare), da sempre chiede un'Europa piùc ompatta e coesa proprio sulle grandi questioni di politica estera, quelle di difesa comune dei propri confini e sulle grandi questioni economiche. Invece l'Europa dei 27 va sempre in ordine sparso, ognuno sulla base delle proprie convenienze e dinteressi personali. Come nel caso che riguarda i finanziamenti europei alla Palestina.
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Sulla scia del massacro di centinaia di civili israeliani da parte di Hamas, il commissario europeo per l'allargamento Olivér Várhelyi, ha annunciato lunedi che il blocco sospenderà "immediatamente" 72 milioni di euro in aiuti all'Autorità palestinese. Poche ore dopo, il commissario sloveno Janez Lenarčič ha contraddetto il collega ungherese, insistendo sul fatto che gli aiuti "continueranno per tutto il tempo necessario".
È la solita Europa dalle mille voci e mille contraddizioni. È l'Europa che organizza al parlamento la commemorazione per le vittime in Israele, e la sinistra diserta polemicamente la manifestazione. È l'Europa in cui, Irene Montero, vicepresidente del governo socialista di Sanchez, presidente di turno della Ue, critica apertamente il viaggio delle Von der Leyen in Israele, per omaggiare le vittime innocenti. Ed è anche per questo che l'Europa ha ormai smarrito quel peso e quella rilevanza, che lo aveva reso fino ai primi anni 2000, un attore importante dello scacchiere geopolitico internazionale. Ora invece il suo peso è al livello di spalla nemmeno troppo solida dell'alleato americano.
Forse allora bisognerebbe incoraggiare maggiormente lo sforzo che sta facendo in questi mesi la premier Giorgia Meloni, sul fronte immigrati e non solo, con i suoi ripetuti viaggi in Africa, quasi trascinandosi dietro una spaesata Von der Leyen e il presidente olandese Rutte, per cercare di dare all'Europa una autorevolezza e una importanza che pare completamente aver smarrito. Troppo deboli e anche i due leader attuali dei due paesi storicamente forti, Macron e Scholz, per poter assurgere al ruolo di primattori che la Merkel aveva assunto in questi ultimi quindici anni.
La leadership dellacancelliera tedesca ha nascosto di fatto una ormai sempre più palpabile inconsistenzaeuropea a livello internazionale, portando avanti, però, anche a livello europeo sostanzialmente gli interessi tedeschi. Chissà che il voto di Giugno e il nuovo Parlamento e commissione non restituiscano all'Europa quello che deve essere il suo ruolo di primattore sulla scena globale. Ma per fare ciò occorre unità di intenti, forza,compattezza su questioni come la difesa comune, la politica estera, la gestione dei flussi migratori e le grandi questioni di politica economica. Altrimenti il sogno europeo e inevitabilmente destinato a spegnersi in quel rivoli di burocrati di basso livello.