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Politica
"La Piazza", Giorgetti: "Draghi Presidente della Repubblica? Prima o poi, sì"
Giancarlo Giorgetti
 

Giancarlo Giorgetti, ministro allo Sviluppo Economico, è stato il primo ospite della prima serata de “La Piazza”. Con il direttore di affaritaliani.it Angelo Maria Perrino ha parlato delle prospettive economiche per l'autunno: “Sarà un autunno molto legato alla lotta al Coronavirus. Oltre all'aspetto sanitario, il Covid colpisce anche gli imprenditori e i soggetti economici. Speriamo che la ripresa si vada a consolidare, ma fino a quando ci sarà la pandemia, ci sarà sempre un elemento di pericolo per le dinamiche economiche. Non possiamo immaginare un ritorno ai lockdown che abbiamo conosciuto nel passato.

Secondo lei, l'Italia tornerà a crescere ai livelli pre-Covid?

“Quest'anno chiuderemo tra il +5/+6 % del PIL, con riferimento al crollo dello scorso anno. Per il futuro molto dipenderà dalla capacità di utilizzare al meglio la grande dote del Pnrr. Dobbiamo creare le condizioni affinché si torni al clima degli anni del 'boom', come dopo una grande disgrazia come la guerra. Non è semplice, ma non possiamo ritrovare lo spirito comune solo in occasione degli eventi sportivi”.

Può darci qualche anticipazione sulla riforma del Fisco?

“E' una riforma che richiede tempo e che si muove all'interno dei vincoli di bilancio che continuano ad esistere. Il Ministro Franco ha annunciato la volontà di intervenire in un'ottica di semplificazione. Per una grande riforma bisognerà però che prima si assesti il quadro economico”. 

Reddito di cittadinanza: che novità ci sono? Qual è la sua opinione in merito?

“Ho già avuto modo di precisare che, in assoluto, in situazione di crisi come quella che stiamo vivendo questo tipo di provvedimenti vanno considerati, ma il RdC non deve essere ostacolo a una normale dinamica del mondo del lavoro. Lo sarebbe, se non fosse temporaneo e se diventasse una ragione per rinunciare a un vero lavoro, come hanno segnalato questa estate diverse aziende nel settore del turismo e della ristorazione”.

E Quota 100? Rimane o salta?

“Inizialmente aveva una durata predeterminata, con l'impegno di valutare alla fine effetti e conseguenze. Penso che lo strumento vada raffinato, ma va detto che per alcuni settori si preferisce prepensionare ben oltre i livelli di Quota 100, mentre in altri i lavoratori sono costretti a permanere. Ci vuole ragionevolezza, ma non lo considero affatto un elemento negativo. L'età media della popolazione avanza, ma anche il mondo del lavoro sta cambiando”.

Rispetto al provvedimento del ministro Orlando sulle delocalizzazioni “selvagge”, qual è la sua opinione personale? Fa bene Orlando oppure così si scoraggiano gli investimenti in Italia?

“Non esiste una proposta singola di Orlando: ci sarà un provvedimento collegiale del Governo, discusso anche col Presidente Draghi. Non dobbiamo rischiare che le multinazionali considerino l'Italia poco conveniente_ il mercato è aperto e globale e misure troppo centraliste disincentivano gli investimenti. Le misure che lo Stato può adottare riguardano chi ha ottenuto sovvenzioni pubbliche: c'è già una norma del 2018, che va perfezionata. Dobbiamo evitare che i lavoratori espulsi da certi settori rimangano perennemente alla ricerca del lavoro, ma devono potersi ricollocare”.

Qui al Sud sentiamo molto il tema-ILVA, dossier di sua competenza: ci sono novità? Riusciremo a bloccare l'inquinamento?

“Si, è un dossier di competenza MISE. Lo Stato è entrato per dare una svolta. Nel Pnrr sono state stanziate cifre molto importanti per la conversione in senso ambientale della produzione, pur mantenendo l'occupazione. E' un processo molto complicato, anche dal punto di vista giuridico, ma a breve presenteremo un progetto che coinvolgerà anche i sindacati e le altre parti coinvolte. Presto lo Stato salirà al 60% dell'ILVA e necessariamente dovrà esserci un cambio di management".

Avete delle idee per il Sud?

“Sulla base della mia esperienza, per attrarre investimenti dall'estero bisogna puntare moltissimo sulla formazione del capitale umano, investendo su scuola e università per preparare i giovani alle nuove sfide del mondo che cambia. Oltre, ovviamente, alle infrastrutture come l'alta velocità”. 

Passiamo al tema-Mps: oggi si parla di definitiva liquidazione da parte dello Stato, che ha dovuto salvarla. Adesso sembra che ci si affidi a Unicredit. Sembra un po' un pasticcio, anche per via dell'intervento della politica. Lei come vede questo altro grande dossier? Si riuscirà a salvare questa banca?

“Beh, c'è entrato in particolare un partito, del quale non faccio il nome... Quando si parla di salvataggi di grandi banche entrano in gioco tanti fattori, non solo la volontà dello Stato. Il processo legato a Mps è connesso alla vigilianza europea, con vincoli molto stringenti. Unicredit è un interlocutore, non so se l'unico. Qualsiasi soluzione si prenda, bisogna creare un'azienda sana, per evitare altri problemi in futuro”.

Nel precedente Governo lei si occupava di sport, sua grande passione: rimpiange quei tempi o preferisce occuparsi di ILVA e Alitalia?

“Sono due cose completamente diverse, anche se lo sport è una cosa serissima, oltre che un formidabile mezzo di promozione sociale. Ora mi occupo di questioni più pesanti e delicate, che a volte la notte non fanno dormire, ma  - in base a quello che mi chiedono Salvini e Draghi - cerco sempre di fare il massimo!”.

Meglio governare con Conte o con Draghi?

“Beh.. con Conte c'era l'entusiasmo dell'incoscienza... Adesso è una situazione del tutto diversa”.

Vedrebbe bene Draghi al Colle, dopo Mattarella?

“E' un argomento molto dibattuto. Draghi è una delle personalità più adeguate, forse la più adeguata in assoluto: credo che prima o poi possa essere la destinazione giusta per lui”. 

Ma se Draghi va al Colle, chì può prendere il suo posto? E con quale maggioranza?

“Beh, ho detto 'prima o poi'... non ho precisato la data...”.

Se Draghi va al Quirinale, si deve andare a votare?

“Onestamente penso di sì, perchè questa legistlatura ha già visto diverse maggioranze. Il Governo Draghi aveva una missione chiara e definita riguardante pandemia e Pnrr, mettendo insieme forze politiche molto distanti tra loro. Però poi in democrazia la parola va restituta al popolo, piuttosto che fare soluzioni pasticciate...”.

Si dice che lei sia molto cattolico. E' vero che va a messa tutte le mattine?

“Ho la fortuna di essere credente. Dopodichè quando posso, certo: la mattina vado a messa. Quando non posso non lo faccio e mi dispiace. Per me è sicuramente un momento di riflessione, meditazione e anche di indirizzo su quello che poi faccio durante la giornata. Spero che tutti lo facciano”.

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