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Politica
"La via cinese. Sfida per un futuro condiviso". Modello comunista vincente

Confidiamo nella saggezza e fermezza della guida lungimirante del Partito Comunista Cinese

A Roma Venerdì 3 Dicembre presso il Teatro Flavio la presentazione del libro “La via cinese. Sfida per un futuro condiviso”. Di Fabio Massimo Parenti, Meltemi editore con la partecipazione del segretario generale del Partito Comunista Marco Rizzo e la Ministra Zheng Xuan,il Consigliere Zou Jianjun, il Secondo segretario Huang Ruikai e l’Addetto d’ambasciata Zhao Chenlin. La relazione del professor Alberto Lombardo responsabile relazioni internazionali del Partito Comunista parte da una disamina del libro che già nel titolo racchiude il programma che si prefigge: descrivere la particolarità che la via cinese verso il progresso rappresenta come sfida, ossia come opposizione a un’altra visione, ma che conduca sulla strada di creare un percorso in cui possono e anzi devono convergere, ognuno con la sua peculiarità, i percorsi di tutti gli altri, senza che alcuno prevalga o si imponga sugli altri. Per far questo occorre innanzitutto conoscersi reciprocamente e smentire molti banali stereotipi radicati, ad arte, nell’opinione comune occidentale.

Il primo capitolo si intitola Capire la Cina. Un programma quasi epico, ma non impossibile se si abbandonano quegli stereotipi, per capire quali sono le radici dell’indiscutibile successo del percorso cinese, le radici del consenso del popolo cinese rispetto alla dirigenza dello Stato e del Partito. Non è qui il caso di ricordare l’abbattimento della povertà, il tasso di incremento del PIL, i programmi per la salvaguardia dell’ambiente, dello sviluppo scientifico e tecnologico e soprattutto umano. Temi che verranno trattati diffusamente nel libro.

Parenti ci illustra le caratteristiche fondamentali su cui è basata la democrazia cinese, che risulta diversa da quella occidentale, ma a ben vedere molto più efficiente e accettata dal popolo.

Il confronto con gli attuali livelli di consenso che le nostre democrazie mostrano è davvero impietoso.

- unilateralismo contro multilateralismo,

- iper-competizione contro cooperazione-mutuo beneficio,

- interessi del capitale contro interessi delle società,

- individualismo contro collettivismo.

La “democrazia a posteriori” è connotata da efficienza esecutiva, perseguimento di obiettivi comuni per il benessere collettivo. L’efficacia delle politiche è il parametro utilizzato nella selezione del personale politico che deve poter garantire qualità etiche, esperienze e competenze. In Cina la procedura di selezione della classe politica è estremamente rigida e l’esercizio dell’autorità viene costantemente monitorato da sottoposti, pari e superiori, al fine di garantire l’esecuzione qualificata dei progetti insieme ad alti livelli di rappresentanza e competenza.

La pratica della “democrazia consultiva” si esprime nella Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CPPCC) che garantisce l’interazione tra il Partito e le istanze provenienti “dal basso”.

La terza componente è rappresentata dalla “meritocrazia politica verticale” “… i buoni risultati discendono da un sistema che premia il conseguimento degli obiettivi strategici, l’acquisizione di competenze e il soddisfacimento dei bisogni popolari. Da qualsiasi posizione si ascende a una posizione superiore con maggiori responsabilità, solamente se si fa bene. Viceversa, si retrocede.”.

Il termine “meritocrazia” qui da noi ha assunto un significato distorto che serve solo a selezionare i migliori esecutori da parte di una classe dirigente decadente e corrotta. Ma se il termine viene inteso nel senso etimologico, allora la Cina è un vero esempio di governo di chi ha meritato in modo trasparente e nel tempo quel ruolo.

Il secondo capitolo Dalla globalizzazione neoliberale alla nuova visione cinese mette l’accento su un altro termine da noi abusato per far passare le peggiori politiche antipopolari, come se la crisi fosse colpa di eventi tellurici al di fuori della portata dell’uomo e non dalla sovraccumulazione di beni e di capitali che hanno portato fuori controllo il sistema capitalistico internazionale. Invano i nostri governanti cercano di ristabilire invano la propria credibilità davanti ai propri popoli. Invece Parenti ci mostra come può esistere una forma globale di economia, ossia interconnessa sì col resto del mondo, ma anche resiliente alle crisi, perché non governata da quei principi. Una globalizzazione organizzata e diretta dallo Stato e da chi ne esercita il controllo per servire il popolo, contro la globalizzazione neoliberale che, avendo promosso una crescente riduzione dell’intervento statale in economia, ha ridotto il ruolo della politica a mera esecutrice degli interessi affaristici avendo perso ogni funzione di mediazione tra le classi.

Ne è prova il fatto che le crisi che sconvolgono il sistema capitalistico globale, lasciano abbastanza indenni l’economia cinese. Inoltre il “disaccoppiamento” in corso tra Cina e resto del mondo, con l’incremento dei consumi interni e la riduzione della interdipendenza dai mercati internazionali, va in questa direzione.

Il terzo capitolo BRI, il piano di investimento più grande della storia, ci descrive la genesi storica di questo progetto. Non ci stupisce la sua immensità, provenendo da un Paese così grande, quanto la perspicacia e determinazione a portarlo avanti come opportunità per tutta l’umanità.

Ma il paragrafo che ho trovato più interessante è quello in cui si analizzano le differenze non solo finanziarie, ma soprattutto con il famoso Piano Marshall, che invece costituì, quello sì, il laccio in cui le nazioni europee, appena uscite dalla tremenda prova della Seconda Guerra mondiale, vennero assoggettate politicamente all’imperialismo USA. Ci si consentito anche si aggiungere, davvero con quattro soldi in confronto alla BRI.

Gli esempi di Argentina e Grecia, valgano per tutti gli altri.

L’articolo  pubblicato da poco sull’organo del Partito, LaRiscossa.info, in cui si analizza brevemente la contro Via della Seta presentata dalla Presidente della Commissione Europea, van der Leyen. Se volete vedere cos’è un piano per intrappolare nel debito una nazione, vedetelo proprio lì.

Ma tuttavia Parenti ci ricorda seraficamente chi più tela ha, più tesse.

Nel capitolo quarto Multilateralismo e declino americano Parenti ci descrive l’evoluzione degli ultimi decenni nei rapporti internazionali tra USA, Europa, Russia e Cina. L’Unione Europea si dibatte tra interessi divergenti che la vedono spesso in antitesi agli USA, ma poi sempre più politicamente assoggettata e afasica, tra guerre commerciali che altri hanno dichiarato per essa, contraddizioni interne coi paesi da ultimo entrati, gestione dei contrasti come quelli legati ai profughi che risolve sempre più nel modo peggiore. Ormai la giaculatoria che sia sempre colpa degli altri non fa più presa. E tuttavia io personalmente non ho buone speranze per una resipiscenza dell’Unione, gli interessi che davvero contano sono e saranno sempre filoatlantici, anche in considerazione del fatto che con Biden gli USA hanno rimesso la loro ideologia al primo posto, come giustamente nota Parenti. Il G7 in Cornovaglia e la nuova convergenza AUKUS nel Pacifico tra USA, UK e Australia non fanno affatto ben presagire.

Il capitolo quinto La pandemia di Covid-19 e le conseguenze geopolitiche non può che essere lo sguardo conclusivo di questa ampia carrellata, non solo incentrato sul confronto impietoso tra l’approccio cinese e quello occidentale, ma sulle conseguenze a lungo termine che queste differenze provocheranno negli equilibri internazionali.

In Italia diversi intellettuali hanno preso una posizione ferma contro le macchinazioni odiose dei centri di disinformazione internazionali che hanno potenti megafoni anche nel nostro Paese. La vicenda recente dell’origine della pandemia è andata ad assommarsi a vecchie mistificazioni (Hong Kong, Tibet, ora Xinjiang) che avvelenano i pozzi della collaborazione e della convivenza civile tra le Nazioni.

Il Partito Comunista, è  in prima linea in questa battaglia, siamo ben consapevoli che questo clima di scontro, di “noi contro loro” ha caratterizzato ogni vigilia di chiamata alle armi da parte degli imperialisti per gettare nella fornace delle guerre i popoli e oggi potrebbe finire nel peggiore dei modi.

Confidiamo nella saggezza e fermezza della guida lungimirante del Partito Comunista Cinese, che guida questa grande e antica nazione e che attorno a sé ha saputo coagulare in tutto il mondo forti e salde altre forze antimperialiste e che si oppongono al bullismo statunitense.

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