Politica
Manovra, dall'industria ferma al palo al Pnrr: ecco perchè tassare le banche non basta
Ci risiamo, sembra che l’unica arma a disposizione del governo per far fronte alla legge di bilancio sia quella di incassare soldi dalle banche... Il commento

Il commento
Ci risiamo, sembra che l’unica arma a disposizione del governo per far fronte alla legge di bilancio sia quella di incassare soldi dalle banche, ree di aver fatto troppi profitti. Giorgetti e la Lega sembrano ossessionati dalla ricchezza accumulata delle banche. Ma perché solo le banche? Ma perché non colpire allora i grandi capitali? Perché non tassare le rendite e abbassare le tasse sul lavoro? Già all’ABI, qualche mese fa, il Ministro leghista si era prodigato in ragionamenti bislacchi, dicendo che le banche non devono concentrarsi troppo sul business e i profitti ma aumentare il credito alle imprese. È opportuno ricordare a Giorgetti alcuni punti fondamentali.
Le banche sono soggetti in gran parte privati e, seppure molto regolamentate, si muovono in una logica di mercato, hanno piani di sviluppo, devono rendere conto ai propri azionisti (che spesso sono anche i loro clienti, non propriamente dei ricchi per definizione). Le banche avranno pure fatto notevoli profitti, ma saranno obbligate a investire sempre più di fronte a vere e proprie rivoluzioni in essere accelerate dall’intelligenza artificiale che sta cambiando il settore del credito come non mai; non è un caso che le banche si aggreghino unendo le forze, il rischio è restare schiacciate da una concorrenza che si gioca su scala mondiale. Giorgetti ha certamente il merito di aver tenuto in ordine i conti pubblici italiani, ma va anche detto che è stato agevolato soprattutto dal contesto macroeconomico e dalla stabilizzazione europea che il Governo italiano, invece, non vuole favorire ulteriormente, restando l’unico governo in Europa a non aver firmato il MES.
Il punto vero è che questo governo sulle politiche attive sta facendo poco o nulla, chiedere alla Confindustria del fallimento di Industria 5.0, insomma politica industriale al palo (come dimostrano i dati della produzione industriale) e anche il dibattito di questi giorni sulla legge di bilancio non promette nulla di buono. Insistere sulle banche sembra una comoda scorciatoia per un facile incasso senza doversi arrovellarsi troppo sul resto. Oppure, semplicemente, perché al governo (e tantomeno all’opposizione) non hanno una reale visione di medio periodo. Si blatera di ceto medio e poi si mettono sul tavolo spiccioli, si predica di sviluppo e siamo fermi al PNRR (in parte ancora incompiuto). È più facile prendersela con chi fa utili, molto più difficile costruire un Paese in cui anche altri possano farne!