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Politica
Manovra correttiva non esclusa: tasse, balzelli e tagli. Quali e quando
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti

La forbice potrebbe riguardare in generale la scuola, l'università, i trasporti, la giustizia e anche la difesa (con una riduzione delle spese per sostenere militarmente l'Ucraina e gli impegni finanziari con la Nato)

 

"Non farò una manovra correttiva per il nuovo Patto di Stabilità. Non sarà necessaria una manovra correttiva ai conti pubblici nel 2024 perché il percorso già scritto nella Nadef a settembre è pienamente in linea con le nuove regole di finanza pubblica europee". Queste sono le parole pronunciate in audizione in Parlamento dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti lo scorso mercoledì 27 dicembre.

Ufficialmente la maggioranza e il governo respingono l'ipotesi di una manovra correttiva, che invece secondo le opposizioni sarà inevitabile il prossimo anno. Con le elezioni europee tra sei mesi e la campagna elettorale di fatto già iniziata è ovvio che l'esecutivo e il Centrodestra smentiscano ed è altrettanto scontato che le minoranze imposteranno la campagna elettorale proprio sulla necessità di intervenire in estate per "aggiustare" i conti.

Dietro le quinte, però, proprio all'indomani dell'approvazione definitiva della Legge di Bilancio da parte della Camera fonti qualificate del Centrodestra non escludono affatto la necessità di una manovra correttiva, ovviamente dopo le elezioni europee e smentendola fino alla chiusura delle urne. Come tempi si parla quindi - negli scenari che si fanno nella maggioranza - di fine luglio, prima della pausa estiva. Tutto dipenderà da quanto la recessione in Germania avrà impatto sull'economia italiana. E' nota a tutti la stretta correlazione con l'andamento dell'economia tedesca soprattutto per quanto concerne il settore manifatturiero, ma non solo. Il governo ha stimato per il 2024 una crescita del Pil molto ambiziosa pari all'1,2% ben più alta di quella di BankItalia (0,8) e dell'Istat (0,7).

"Molto dipenderà dai primi due trimestri del prossimo anno, se la crescita sarà nettamente sotto le attese saremo costretti a intervenire", ammettono fonti della maggioranza. Un'eventuale manovra correttiva potrebbe essere di 15 miliardi di euro, ma è solo una stima preliminare, e certamente il governo non intende aumentare le tasse dirette o indirette, tantomeno intervenire sulla casa. Le ipotesi che si fanno sono quelle di tagli inevitabili un po' in tutti i dicasteri, escludendo forse solo la sanità che già si trova in una situazione disastrata e la sicurezza.

Ma la forbice potrebbe riguardare in generale la scuola, l'università, i trasporti, la giustizia e anche la difesa (con una riduzione delle spese per sostenere militarmente l'Ucraina e gli impegni finanziari con la Nato). Sul fronte delle entrate, esclusi ovviamente aumenti dell'Iva sui beni di prima necessità o patrimoniali tanto care alla sinistra, potrebbero esserci nuovi ritocchi alla tassazione sui giochi e sul tabacco, oltre che su alcuni beni di lusso senza quindi colpire direttamente il ceto medio-basso.

Escluse sforbiciate alle pensioni potrebbero anche esserci interventi sull'assegno unico con un taglio per chi ha un Isee particolarmente alto. Ipotesi e scenari che si fanno dietro le quinte sperando che il Pil non deluda e che la manovra correttiva non sia necessaria. Ma il timore c'è ed è forte. Una cosa è certa: prima delle Europee nessuno nella maggioranza confermerà nemmeno lontanamente questa possibilità, anche se le opposizioni ne faranno il cavallo di battaglia della campagna elettorale.

L'Italia deve mantenere i conti il più possibile in ordine, nonostante la parziale elasticità del nuovo Patto di Stabilità, per non perdere le prossime rate del Pnrr.

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