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Politica
Marina Berlusconi: "Senza distinguo contro Putin. No alla cancel culture"
Marina Berlusconi (IPA)

Marina Berlusconi: "Senza distinguo contro Putin. Libri e cultura difendono la libertà"


 
Dopo aver affermato che gli ottimi risultati realizzati dal Gruppo nel 2021 sono difficili da festeggiare "in un momento così cupo", Marina Berlusconi guarda avanti e si sofferma sulle previsioni per il 2022: "Le nostre stime erano e al momento restano positive", nonostante "l’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime, come la carta. Noi su questi temi come sempre ci impegneremo al massimo, ma mi auguro che anche il governo vorrà avere un ruolo attivo". È in atto, dice, un "crollo generalizzato di certezze che alle imprese impone scelte difficili, svolte complesse, nuovi modi di produrre".

Sul ruolo della cultura in questo tempo di guerra, Marina Berlusconi sostiene che "un editore ha un supplemento di responsabilità perché produce cultura e valori. Siamo un po’ il sistema immunitario contro le spinte autoritarie e illiberali". E poi, sul conflitto in Ucraina: "Non possiamo che stare da una parte precisa: quella di un popolo aggredito e dei valori del mondo democratico cui appartiene, e contro un aggressore che in realtà ha dichiarato guerra a tutto l’Occidente, alla sua identità e alla sua cultura. Oggi più che mai serve prendere posizione a favore dei nostri valori comuni, della cultura su cui si fondano. Dobbiamo ritrovarne l’orgoglio".

Un passaggio dell’intervista è dedicato anche al padre Silvio Berlusconi e sulla sua posizione nei confronti di Putin: "Mio padre ha fatto e ha detto le cose giuste al momento giusto. La sua posizione è sempre stata netta. Ricordiamoci anche che, da premier, vent’anni fa Berlusconi era addirittura riuscito a convincere Putin e Bush a firmare l’accordo di Pratica di Mare, premessa per l’ingresso della Russia nella Nato. Se fosse stato possibile continuare a percorrere quella strada, oggi forse non saremmo qui a parlare di guerra".

Infine la presidente di Mondadori si concentra sulla cancel culture: "Agisce un po’ come una quinta colonna, aggredisce da dentro il nostro patrimonio culturale e la libertà di pensiero e di espressione. Per troppo tempo il mondo libero si è limitato a balbettare, in preda a incomprensibili complessi d’inferiorità. Anzi, ha fatto di peggio: ha scoperto di essere la causa di tutti i mali, ha iniziato a processare la sua stessa storia".

La cancel culture, conclude Marina Berlusconi, è la dimostrazione che "il peggior nemico dell’Occidente alla fine è diventato proprio l’Occidente".

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