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Politica
Massimo Cacciari Presidente della Repubblica: ecco perché insisto

Andiamo verso l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ma a carte coperte

"L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare!". Lo diceva Ginettaccio Bartali. Fu anche il titolo del giornaletto del Liceo Scientifico Marconi di Pesaro, in tempi che ora vengono definiti "felici e spensierati". Cosa dire ora?Dopo il diluvio di chiacchiere radio-tele-giornalistiche sulla pandemia, l'argomento che più intossica è, senza dubbio, l'elezione del prossimo inquilino della casa di tutti gli italiani, secondo la generosa e commovente definizione di Mattarella (non è che, se le spese per la manutenzione/adattamento ai gusti del nuovo inquilino, per gl'iperbolici aumenti di materiali e mano d'opera superando la cifra prevista, ammolleranno la differenza a noi, comproprietari?). Tra ieri e oggi su qualche giornale è stato affrontato, finalmente, quello che dovrebbe essere l'argomento di maggiore interesse e quindi di discussione, per il secondo argomento d'asfissia: come distinguere i manichini l'uno dall'altro. La mancanza totale di una simile discussione per distinguere minimamente un candidato al Colle, dall'altro, credo sia una caratteristica che ci faccia unici. Segnalo l'articolo con il titolo più esplicito: "I cittadini già prima dell'elezione devono sapere che presidente sarà" a firma di Salvatore Sfrecola, de La Verità.

Quirinale: silenzio sui candidati. "Non faccio nomi per non bruciarli"

E' il colmo che un italiano sappia l'orientamento politico dei duellanti aspiranti al comando di quasi tutti i paesi del mondo e non sappia un'acca su cosa penserebbero di fare i nostri, una volta eletti. Certo, dipende dalla nostra fantasia nell'inventarci le sfumature più sottili per fondare un partito coi classici quattro gatti che poi lo voteranno e dipende anche dal sistema elettorale che permette di spaccare il capello in quattro per definire le differenze politiche, mentre magari c'è solo un'incompatibilità caratteriale (da Renzi, il centrifugatore, quanti ne sono scappati?). E permette anche il bel fenomeno della transumanza: intere mandrie si trasferiscono in zone con clima migliore.

E gli aspiranti al comando supremo? Felicemente e mutamente ammucchiati al centro: ecco la nostra bella squadra. Chi sarà l'uovo di Pasqua? Gioco perverso: loro stanno zitti per non perdere le ali dei votanti. E i giornalisti, se provano a stanarli, credo che abbiano un rifiuto o al massimo, questa risposta: "Mi comprenda, se faccio nomi, li brucio e non parlo dei miei programmi per non essere tacciato di auto promuovermi".  Così si rinnova il rito noioso degli incontri multipli, incrociati: il vertice di un partito (per es LeU!), poi a due, a tre o più, tra quelli della stessa area destra o sinistra.

Finora tutti questi mini-conclavi hanno fornito un unico risultato, già previsto: la conferma del motto sicuramente in testa a Letta: "Muoia Berlusca con tutti i filibustieri". Dovesse insistere, per non smentire la sua fama anche di combattente tignoso, andando alle votazioni, confido in quanto scritto in "Siamo uomini o caporali?", un inno e un monumento ai votanti ignoti che, in 101, ci salvarono da Prodi.

Sarà un uomo o una donna? E' questo l'unico dubbio, ma per il resto...

Ma è proprio totalmente vero, affermare che non sappiamo nulla dei papabili? E qui vado sul duro.
Non per fare il bastian contrario, ma dal mio punto di vista, l'unica cosa che non sappiamo ancora, è il sesso, con la speranza che, visti i tempi in cui tra i giovani furoreggiano tipi come i Maneskin, considerata l'età dei papabili, non siano tanto accondiscendenti verso certe innovazioni, tanto per fare i piacioni. Visto il successo planetario del bello dei Maneskin, con tacchi, calzamaglia, giarrettiere, rossetto e un chilo di rimmel, ripeto, visto il successo planetario, forse il Berlusca ci farebbe un pensiero...

Ma, tolto il grande problema se sarà un uomo o una donna, sono tutti identici, di fronte al problema più tragico che stiamo vivendo, un problema che peserà enormemente sulle generazioni future.  Ripeto quanto detto e scritto altre volte: non avendo, nessuno di loro, mosso la minima critica al quartetto scellerato Mattarella, Speranza, Conte, Draghi, nessuno dei proposti meriterebbe di salire al Colle. Giulio Tremonti ha mosso pesantissime critiche (violazioni della Costituzione, la politica è collassata da due/tre anni, s'è allontanato da Berlusconi per divergenze serie e non per aggraziarsi la sinistra), ma il suo nome è stato mormorato a voce molto bassa (ovviamente per non irritare chi si sa).

In queste condizioni, aspettando l'uovo (l'ovetto) di Pasqua, non rinnego la proposta provocatoria di proporre Massimo Cacciari. Proposta accolta con grande entusiasmo da molti pensatori nauseati dallo spettacolo offerto, a caro prezzo, da Mattarela, Speranza, Conte e Draghi. Ma di questa storia e di alcuni aspetti significativi, se ne parlerà, forse, un'altra volta.

 

Sul tema, leggi anche:

Cacciari al Quirinale, la prima istanza 7 anni fa: lettera inedita a Boldrini

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    elezioni quirinalemassimo cacciari presidente della repubblica





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