Politica
Meloni riunisce Ue e Usa. E anche il debole Macron (forse) ha capito che la deve smettere con sgarbi e ripicche alla premier
La leader di FdI si riprende la scena internazionale. Analisi

Il trilaterale tra Meloni, il vicepresidente americano J.D.Vance e la presidente della commissione Ursula Von der Leyen a Palazzo Chigi è servito a stabilire quel primo contatto tra l’Europa e gli Usa
“Ci voleva proprio, dopo quella serie di polemiche pretestuose sull’assenza del premier alla riunione dei “volenterosi” a Tirana, il successo di questo trilaterale. Ha dimostrato quanto sia tenuto in conto dalla nuova amministrazione il ruolo di Giorgia Meloni”, ragiona un diplomatico di Palazzo Chigi, assai sollevato per quello che da molte parti viene considerato un grande successo diplomatico, l'ennesimo, della premier italiana in politica estera. Il trilaterale tra Meloni, il vicepresidente americano J.D.Vance e la presidente della commissione Ursula Von der Leyen a Palazzo Chigi è servito davvero, come raccontano i presenti, al di là delle dichiarazioni e delle photo opportunity, a stabilire quel primo contatto tra l’Europa e gli Usa. “Un nuovo inizio” è stata la definizione per descrivere il significato di questo vertice, usata da Giorgia Meloni. Ma quel riferimento forse non era solo rivolto al nuovo corso dei rapporti tra Usa ed Ue, ma anche all’invito a ritrovare quella unità begli sforzi diplomatici, che ancora sembra mancare in Europa. E la riprova di tutto ciò si è avuta con il caso della telefonata dei “volenterosi”, a Tirana, a cui non ha partecipato la premier.
La dura nota vergata dal sottosegretario a Palazzo Chigi, Giovanbattista Fazzolari, dopo “l’incidente” di Tirana, era stata chiara in questo senso “format dei volenterosi mina unita dell'occidente”. Le spinte in avanti di qualcuno, magari per avere un po' di visibilità, si ragiona a Palazzo Chigi, non fanno altro che alimentare le voci che vogliono un Europa, profondamente spaccata al suo interno. Ma il successo del trilaterale di ieri, preceduto sabato da un incontro con il cancelliere Friedrich Merz a Palazzo Chigi, in cui il cancelliere tedesco ha ribadito l’assoluta centralità del rapporto tra i due paesi, ha smentito chi, dall’opposizione, continua ad evocare (o forse sperare) ipotetici isolamenti dell’Italia in Europa. In realtà sembra esattamente il contrario e mai come ora forse il nostro paese sembra centrale, in Europa, nel nuovo contesto geopolitico internazionale, soprattutto dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Con il presidente americano Meloni, avrebbe avuto una lunga e cordiale telefonata sabato sera.
E ieri Meloni ha anche partecipato insieme ad Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz (rompendo anche il fonte dei volenterosi perché era assente il polacco Donald Tusk) alla telefonata con il presidente americano, in vista dell’attesa telefonata tra Trump e Putin. Insomma, come dire: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, scherzava una fonte interna di Chigi. Il lungo week end della messa di insediamento del nuovo papa, è stata l’occasione per Meloni di dimostrare ai suoi detrattori, l’importanza dei suoi sforzi per cercare di ricreare un dialogo costruttivo, nel difficile rapporto tra Usa ed Unione europea. Ursula Von der Leyen fin da subito le ha riconosciuto questo ruolo, e il loro rapporto ha superato anche le divisioni interne all’Europa, e qualche risultato comincia ad intravedersi.
Meloni, Vance e Von der Leyen, ieri, hanno fatto brevi dichiarazioni stampa seduti al tavolo allestito nel cosiddetto salotto giallo al primo piano del palazzo dove la presidente del Consiglio riceve ospiti e delegazioni. Dichiarazioni improntate all’ottimismo, soprattutto sul fronte dei dazi americani. “Sappiamo quanto è importante la relazione tra l’Unione europea e gli Stati Uniti per un Occidente forte, per la nostra civilizzazione” e “anche per le nostre relazioni economiche, che valgono il 30% dell’intercambio mondiale”, ha detto la presidente del Consiglio, sottolineando che “ci sono molte questioni da discutere, ci sono dei problemi che vanno superati, ma sappiamo quanto le relazioni tra Europa e Stati Uniti siano fondamentali nell’ambito di un Occidente che vuole mantenere chiaramente la sua unità, che vuole mantenere la sua forza, che deve essere ancora in grado di disegnare la rotta”. Chiarissimo invece il pensiero degli Stati Uniti in merito a quale possa essere il ruolo italiano.
“Parlo anche a nome del presidente Trump quando dico che siamo grandi fan suoi e dell’Italia” sono state le prime dichiarazioni del vicepresidente americano Vance, che ha poi proseguito, affermando che “La presidente Meloni si è offerta, e il presidente Trump e io abbiamo accettato, di costruire ponti tra Europa e Stati Uniti”. E alla luce di tutto questo, sono risultate davvero stonate le parole di Elly Schlein, ospite da Fazio, quando ha detto che "Questa premier nelle partite importanti sta tenendo l'Italia ai margini della discussione”. Parole che hanno fatto sorridere più di qualcuno a Palazzo Chigi, e che sempre secondo una fonte interna vicina alla premier, manifestano ancora una volta la profonda confusione e frustrazione che regna nelle opposizioni italiane.
La stessa frustrazione ragionava sempre lo stretto collaboratore di Meloni, che sembra pervadere da tempo un presidente francese, sempre più indebolito in patria, e che cerca di reagire alla sua sostanziale irrilevanza, con quelle che sempre più spesso appaiono vere e proprie ripicche e sgarbi verso la premier italiana. Anche se lo stesso Macron ieri in un tweet, ha dato conto della telefonata intercorsa con Trump, facendo riferimento anche alla presenza della premier italiana. Chissà che resosi conto dei suoi sforzi vani di indebolire la premier non si convinca che è meglio assecondarla.
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