Governo, Draghi (o una figura simile) premier se nel Pd cade Schlein. Il retroscena che terremota i palazzi della politica - Affaritaliani.it

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Governo, Draghi (o una figura simile) premier se nel Pd cade Schlein. Il retroscena che terremota i palazzi della politica

Il legame tra Merz e Tajani e gli interessi dei Berlusconi

Di Alberto Maggi

Tutto si tiene, e a Bruxelles e sui mercati vogliono una maggioranza Ursula anche a Roma

L'asse tra Friedrich Merz, cancelliere tedesco cristiano-democratico, e Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia - che hanno insieme il comune legame del Partito Popolare Europeo - è solidissimo. Come spiegano fonti parlamentari ad Affaritaliani.it, al momento il titolare della Farnesina non ha alcuna intenzione di staccare la spina al governo guidato da Giorgia Meloni e come confermano dai piani alti azzurri "è stato Silvio Berlusconi a inventare il Centrodestra in Italia".

Anche perché se l'alternativa all'alleanza con Fratelli d'Italia e la Lega, malgrado le forti divergenze non solo in politica estera, sono Elly Schlein, Giuseppe Conte e Alleanza Verdi Sinistra con il loro flop ai referendum di domenica e lunedì scorsi, meglio andare avanti con la schema dell'attuale maggioranza. Nessun dubbio. Ma se nel Centrosinistra cambiasse qualcosa, ma qualcosa di grosso, con le dimissioni di Schlein, magari dopo una sconfitta alle Regionali, e ci fosse una guida del Pd liberale, moderata e riformista le cose potrebbero cambiare.

Con una forza di opposizione non di sinistra-sinistra legata alla CGIL e ideologica ma con un'alleanza modello Genova con Azione e Italia Viva il quadro politico nazionale potrebbe seriamente mutare. Ai figli di Berlusconi, che hanno grandi interessi in Europa e proprio nella Germania di Merz, la linea euro-scettica soprattutto della Lega di Roberto Vannacci, non piace per niente. Ed è così che - ragionano in Transatlantico - se ci fosse Paolo Gentiloni o Ernesto Maria Ruffini o magari Pina Picierno a guidare il Pd si aprirebbero altri ragionamenti e Forza Italia, spinta dai figli del Cav (vedi caso Mps-Mediobanca-Banco Bpm-UniCredit), potrebbe anche rivedere le proprie strategie politiche.

A Bruxelles e sui mercati finanziari, non certo alla Casa Bianca, preferirebbero un esecutivo più "friendly" con l'Unione europea, ciò che desiderano anche Marina e Pier Silvio visti i loro interessi economici e finanziari, e tra gli scenari che si fanno c'è anche quello di un governo, prima o dopo le prossime elezioni politiche - e molto dipenderà dalla legge elettorale - che ricalchi la maggioranza Ursula.

Ovvero formato dal PPE, quindi Forza Italia più magari una fetta di europeisti delle destre (ad esempio i ministri Guido Crosetto e Giancarlo Giorgetti), i social-democratici riformisti del Pd (non certo quelli di Schlein) e i liberali di un nuovo centro che potrebbe formarsi intorno a Carlo Calenda, Matteo Renzi e Italia Viva.

Fantapolitica? Può darsi, ma assistendo alle liti quotidiane nei due schieramenti in molti scommettono che un ritorno di Mario Draghi (o di una figura simile all'ex premier ed ex presidente della Bce) non sia poi così improbabile. Staremo a vedere.

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