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Politica
Nautica, rabbia per le regole in barca: 'Più rigide che in auto'

“Se mio figlio, che non è convivente, viene a trovarmi, può stare dentro casa con me. Ma in barca no. Io posso girare con un autista dentro l’abitacolo di una macchina. Ma in barca insieme al marinaio non posso stare!”. Gennaro Amato, presidente di Afina, Associazione italiana della nautica nonché organizzatore della grandissima fiera che raggruppa il meglio del diportismo e insieme a Genova e Bologna rappresenta la nautica italiana, è sconfortato. Non solo per il -40% a carico del settore dopo i provvedimenti restrittivi che hanno portato al fermo delle attività - contrariamente ai cantieri esteri che hanno continuato a lavorare. “I provvedimenti che hanno imposto sulle barche non sono gli stessi che deve osservare la gente a terra. Ma per caso il virus va in macchina e non in barca”? In effetti, i provvedimenti sono assurdi.  “Molta gente non ha la patente nautica ma possiede una barca. E non può andare in mare perché non è consentito portarsi il marinaio. Si può noleggiare un’auto, ma non la barca. Così stanno mettendo in grave difficoltà un settore che vale il 6% del pil”. 

L’assurdità dei provvedimenti pare evidente anche sul veto messo al noleggio di gommoni. “Lo spazio a bordo di un gommone in media oscilla da 8 a 24 metri.  Se ho 10 metri e devo tenere un metro di distanza posso mettere sedute 5 persone da una parte e 5 dall’altra, considerando che la  larghezza media è di 2  metri e mezzo. Ma i gommoni non si possono noleggiare! Si può andare insieme in albergo però”. Amareggiato, anche Andrea Trevisan che in Italia rappresenta Princess, uno dei cantieri inglesi più importanti con barche che vanno dai 40 ai 95 piedi, insieme a Sealine (da 10 a 16 metri) e Fjord (barche walk around per vivere il mare). Lavora per la famiglia Cesana, che  in Italia ha fatto la storia della nautica. “Stavamo andando benissimo, ora abbiamo venti barche commissionate e  bloccate.

Un investimento enorme, da cui rientrare adesso è difficilissimo”. Pare che gli stranieri si siano mossi molto meglio di noi. Nessuno all’estero ha fermato i cantieri. Come sottolinea Amato “il nostro settore già di prassi tiene le distanze di sicurezza in produzione. A bordo, mentre si costruisce una imbarcazione, gli artigiani salgono uno dopo l’altro, nei cantieri c’è uno spazio immenso. La Francia non si è mai fermata, idem per la Germania e l’Inghilterra. Noi ci abbiamo messo tempo a farlo capire al governo, abbiamo perso il 40% del fatturato. E ora ci troviamo provvedimenti assurdi che impediscono l’utilizzo delle barche! Ci devono spiegare perché persone che stanno a contatto ravvicinato in casa non possono fare lo stesso in barca!”.  Qualche esempio? “Viene consentita l’uscita in barca purché sia limitata o all’armatore da solo o al suo nucleo familiare convivente. Ma se per navigare ha bisogno di marinai? Gli viene impedito”. 

A febbraio il settore stava andando benissimo, segnava un +20% ed era il vanto del nostro paese. Ora, è il caso di dirlo, si naviga a vista. Altra assurdità, come sottolinea Trevisan, è che Düsseldorf, dove il mare non c’è, abbia organizzato una fiera che sta surclassando Genova. “Come portano le barche in fiera? Arrivano al mare, scaricano su chiatte,  poi le trasferiscono su camion e guidano fino ai padiglioni!  Il risultato è che Genova aveva 80.000 aziende presenti e Düsseldorf 250.000”. Ci ha bagnato il naso anche Cannes. “Qui non si vuole capire che le barche portano turismo, portano denaro, che questo settore è un fiore all’occhiello dell’economia italiana -prosegue Trevisan- A Cannes trasferiscono le barche ormeggiate e allestiscono i pontili molto velocemente. Fanno sfilare le imbarcazioni, creano un vero e proprio show.

Durante l’ultimo salone nautico la sera la città era piena di persone che confluivano nei ristoranti, negli alberghi.  In Italia aveva iniziato a farlo a Venezia, ma logisticamente il focus è il Tirreno. Genova non ha saputo rinnovarsi, dal 2008 è entrata in crisi per ragioni di spazio, di obsolescenza delle infrastrutture. E la grande cantieristica ha iniziato a spostarsi in Francia”. Da qui, la diaspora e la creazione di Afina, con i progetti fieristici su Napoli e su Bologna. La Campania è la prima regione per barche possedute, la nautica da diporto fiorisce sui 7.500 km di coste italiche. Anzi fioriva, prima del febbraio 2020…

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