Si dice che "Giuseppi" Conte abbia di fronte a sé tre possibilità per salvare la poltrona: cedere la delega sui servizi, aprire al rimpasto oppure sbattere la porta in faccia a Matteo Renzi e presentarsi in Parlamento per un nuovo voto di fiducia accompagnato da un drappello di "responsabili". Ma basterà per uscire dall'impasse? Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (il cui discorso di fine anno è sempre più atteso ma a quanto siamo in grado di anticipare non entrerà nel merito delle attuali beghe politiche) osserva attentamente la situazione. Ad ogni modo, chi in queste ore ha avuto modo di sondare gli umori del Quirinale va ripetendo che dalle parti del Colle si ritiene molto complicata la nascita di un Conte Ter che nasca attraverso le dimissioni dell'inquilino di palazzo Chigi e nuove consultazioni. Meglio sarebbe, rivelano le medesime fonti, che Conte proponesse di sua sponte alcuni cambiamenti nella compagine di governo (cioè il rimpasto) per poi chiedere al Parlamento una nuova "fiducia". Per questo continuano a rincorrersi voci su possibili avvicendamenti, come quello dello spostamento di Luigi di Maio al Viminale e l'approdo di Matteo Renzi agli esteri. Ma a fare gola è anche il Ministero delle Infrastrutture, fondamentale ora che ci sarà da ricostruire l'Italia con i soldi dell'Europa.
Palazzi & potere
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