Palazzi & potere
Immigrazione: prima di firmare gli accordi bisognerebbe almeno leggerli

La Ue non la si ferma, o non la si convince a fermarsi, battendo i pugni sul tavolo. Questa operazione, adeguatamente pubblicizzata nei tg, può convincere qualche affezionato militante di Fiesole o di Zelo Buon Persico ma non muove di un millimetro i commissari europei che se ne impippano dei titoli dei media italiani e vanno avanti per la loro strada come se fossero dei treni ad alta velocità, specie se hanno dalla loro parte dei Trattati europei.
Il Trattato europeo, scrive il Direttore di Italia Oggi Pierluigi Magnaschi, che regola il problema dell'immigrazione è quello di Dublino del 1997 che fu firmato, da parte italiana, dal governo Prodi. È un Trattato vergognoso per l'Italia. E vedremo fra poco perché. Un Trattato però, va detto subito, che, allora, avrebbe potuto essere bloccato facilmente dall'Italia, visto che, al tempo in cui esso fu sottoscritto, valeva il criterio dell'unanimità. Un trattato cioè poteva essere approvato solo se avesse avuto l'unanimità dei voti. Sarebbe quindi bastato che l'Italia dicesse che non ci stava, che il Trattato stesso non avrebbe potuto vedere la luce. Oppure sarebbe ugualmente nato ma in una formulazione completamente rifatta e non particolarmente dannosa per l'Italia.
Invece il governo Prodi, probabilmente perché non aveva capito niente di ciò che firmava, o perché non lo aveva nemmeno letto, perché stava guardano altrove (a Roma, allora, c'era Bertinotti che turbava la navigazione del centrosinistra) lo firmò provocando tutti i guai indifendibili che poi sono arrivati.
Che cosa si dice nel Trattato di Dublino, incautamente firmato dal governo Prodi? Che i migranti entrati abusivamente in un paese europeo sono di competenza (anche per il rinvio definitivo nel paese d'origine) del paese europeo che, incautamente, li ha lasciati entrare.
Ma questo principio, in teoria giusto e valido per tutti i paesi Ue (da qui, ad esempio, la legittimità, anche se resta l'esagerazione, per l'Austria, di schierare i carri armati al suo confine) non tiene conto delle differenze geografiche e cioè del fatto che solo due paesi del Sud Europa, raggiungibili dalle coste nord africane e dai paesi del Medio oriente, hanno dei confini marittimi. Essi sono l'Italia e la Grecia.
Ora il presidio dello spazio marittimo, per risultare anche politicamente sostenibile, oltre che tecnicamente efficace, dovrebbe essere gestito a livello europeo con una flotta continentale che, difendendo i confini marittimi italiani e greci, difenderebbe anche i confini interni del Vecchio continente. Ma la Ue (visto che non c'è scritto nel Trattato di Dublino; e non c'è scritto perché non ce lo fece scrivere il governo Prodi) la Ue, dicevo, non vuol sentire ragioni, per cui, applicando il Trattato di Dublino, rende responsabile l'Italia di non aver respinto gli immigrati clandestini. Pertanto questi (che l'Italia deve identificare obbligatoriamente al momento del loro attracco) se poi vengono scoperti in un altro paese Ue vengono respinti direttamente dalla polizia, senza nessuna altra procedura di garanzia, nel paese di «penetrazione nell'Europa», cioè in Italia. E ciò perché, al momento di firmare il trattato di Dublino, il governo Prodi non sapeva che cosa stava firmando. Anche se nessuno oggi ne parla.