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Politica
Pd-M5s-Iv-Azione, tutti contro tutti. Se si va al voto la sinistra si suicida

Centrosinistra, l’Ulivo 2.0 non ha visto l’alba ed è già al tramonto

Il sogno dell’Ulivo 2.0, tanto agognato dal segretario del Pd Enrico Letta, di questo passo, è destinato a tramontare prima del previsto. Fatta eccezione per Articolo uno (presente in Parlamento sotto le insegne di Leu) che con Roberto Speranza ha aderito con convinzione alle agorà democratiche, dalle parti di quella che è stata la maggioranza giallorossa è già un tutti contro tutti. E, soprattutto, un tutti (o quasi) contro il Pd. Uno 'sport' praticato anche dal leader di Azione Carlo Calenda che, tra altro, con i Cinque stelle al governo non c'è mai stato ma che pure adesso che il Conte 2 non c'è più non perde occasione per esprimere i suoi giudizi critici. Basta mettere insieme i pezzi del puzzle per accorgersene. Manovre, tattiche e posizionamenti sono ormai all’ordine del giorno. Con i dem costretti a fare da punchball e a incassare i colpi.

Centrosinistra: altro che Quirinale, riflettori già puntati sulle elezioni politiche

E c'entra solo fino a un certo punto l’appuntamento pur decisivo con l’elezione del presidente della Repubblica. In pratica, si scrive Quirinale, ma si legge prossime politiche. Perché è a quella la partita, più o meno imminente, che guardano i protagonisti in campo, dal presidente del M5s Giuseppe Conte allo stesso Letta, passando per Matteo Renzi.

Il leader di Italia viva, si sa, ha già volto lo sguardo altrove e mira alla costituzione di una federazione di centro con Coraggio Italia, la creatura politica fondata dal tandem Giovanni Toti-Luigi Brugnaro. Nonostante ciò, però, non perde occasione per creare scompiglio tra i piddini. La candidatura di Elena Bonetti per le suppletive nel collegio di Roma 1 ne è la prova. Se lo scopo è mettere in difficoltà il Pd, la missione può dirsi compiuta.

Non a caso Letta ha subito passato la palla ai democratici romani. Bonetti è stata comunque ministra nel Conte due, una valida ragione almeno per aprire una riflessione in casa dem, dove non sono pochi i nostalgici di quella stagione. Non solo, ma la vera mossa del cavallo di Renzi è la prospettiva: rifiutare un confronto sulla candidata renziana renderebbe proprio il Nazareno artefice dell’omicidio in culla dell’Ulivo 2.0. Un’apertura al dialogo invece creerebbe un ulteriore elemento di frattura con il M5s, visto che i grillini difficilmente darebbero il loro appoggio ad una esponente di Iv.

Bella gatta da pelare per Letta, non c’è che dire. Ma non è la sola. Anche i Cinque stelle in questa semifinale di partita fanno la loro parte. E le picconate al loro principale alleato non mancano. Il segretario, infatti, non solo ha dovuto incassare il colpo del gran rifiuto da parte di Giuseppe Conte del seggio offertogli dal Pd, ma non avrà preso bene neppure le ultime esternazioni del leader pentastellato. Appena ieri l’avvocato pugliese, dalla festa di Atreju, ha mandato un messaggio neanche troppo sibillino all'inquilino del Nazareno sulla futura leadership: “Affrontiamo il problema della legge elettorale e poi ragioniamo”. Insomma, un modo per dire che eventuali primarie non sono da escludere.

Proprio la riforma del sistema di voto è un altro nodo difficile da sciogliere: la preferenza per il maggioritario del numero uno del Pd si scontra con la voglia di proporzionale con soglia di sbarramento al 5 per cento caldeggiata dal Movimento.

I distinguo, è evidente, non mancano e la fotografia di un nuovo Ulivo appare sempre più sbiadita. Un ramoscello più che una pianta ramificata. O meglio una pianta che rischia di seccare. Qualche ramo, in realtà, lo ha già perso (ammesso che l’abbia mai avuto), visto che Calenda non si fa sfuggire nessuna occasione per andare addosso al Pd. Certo, pure i dem qualche assist glielo stanno fornendo, visto che l’europarlamentare e leader di Azione lamenta il silenzio da parte di Letta sulle prossime elezioni suppletive: “L’ho cercato, non risponde”, ha detto ieri ospite di Stasera Italia su Rete 4. “Se va avanti così candideremo una brava consigliera regionale”, ha aggiunto. Non senza pronunciarsi pure su Elena Bonetti quale “persona molto valida”.

Centrosinistra, partiti divisi tra loro e spaccati al loro interno

Il cammino del centrosinistra o di quello che ne rimane, insomma, si fa sempre più arzigogolato. Tra l’altro, al di là dei distinguo da parte dei singoli partiti per marcare i rispettivi territori e al di là degli immancabili protagonismi dei leader, c’è da fare i conti anche con le divisioni interne alle forze politiche. Non ne mancano nel Pd, dove la nuova area riformista, dai confini più ampi di quelli della corrente guidata da Lotti e Guerini, sarà nettamente in maggioranza nei gruppi parlamentari. Non nasce contro il segretario, ma l’inquilino del Nazareno non potrà non tenerne conto.

E che dire del M5s con il solito controcanto al leader a cui ci ha abituato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio? Il Movimento ancora non riesce a trovare un suo punto d’equilibrio e  appare sempre sull’orlo del precipizio. Basti pensare, per esempio, alla ricandidatura di Davide Crippa a capogruppo Cinque stelle alla Camera: è vissuta tra gli eletti come una garanzia contro il voto anticipato. Ecco perché starebbe tenendo a freno gli scissionisti.

Ma anche Renzi ha i suoi problemi interni. Una virata a destra (come pure diversi elementi lasciavano presagire, a cominciare dal cantiere siciliano) avrebbe provocato numerose defezioni dei suoi, la maggior parte eletti sotto le insegne del Pd. La stessa carta della federazione di centro è ancora una grande incognita. E se poi dovesse rivelarsi solo un’operazione per il Quirinale, quali rassicurazioni avrebbero gli italovivi di sopravvivere alle prossime politiche?  

Centrosinistra, se si corre al voto rischia di suicidarsi

Non c’è dubbio che se va avanti così, a maggior ragione se la situazione dovesse precipitare verso un voto anticipato, il centrosinistra rischia di suicidarsi. A tutto vantaggio del campo avversario che, paradossalmente, nonostante marci al momento diviso tra maggioranza (Forza Italia e Lega) e opposizione (Fratelli d’Italia) di governo, c’è da scommettere si presenterà di nuovo compatto alle urne. Anche perché, come ha sottolineato Silvio Berlusconi nei giorni scorsi collegandosi alla festa di Atreju, il centrodestra “è una scelta di campo irreversibile”.

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