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Politica
Pd, Tarquinio inguaia Schlein. Se non fa il 20% alle Europee Elly si dimette
Marco Tarquinio - Elly Schlein 

Europee, rischio fuga di voti moderati verso Renzi e Calenda

 

Fino a questo punto no. Davvero Elly Schlein non si sarebbe aspettata una cosa del genere. Che Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire e candidato Pd alle elezioni europee nella circoscrizione Centro, fosse contro l'invio di armi all'Ucraina la segretaria Dem lo sapeva benissimo. E infatti lo ha candidato, come indipendente, proprio per cercare di intercettare qualche consenso ultra-cattolico, pacifista e per far concorrenza al Movimento 5 Stelle che ha una linea molto chiara di stop agli aiuti militari a Zelensky.

Ma Schlein non avrebbe mai pensato che, dopo le uscite del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sull'ok a Kiev a colpire in Russia con armi Occidentali, Tarquinio arrivasse addirittura ad affermare: "Bisogna sciogliere l'Alleanza atlantica". Una posizione estrema. Praticamente la stessa di Marco Rizzo, ex leader comunista ora Democrazia Sovrana Popolare, che rimpiange la Germania dell'Est, il Muro di Berlino e l'Unione Sovietica. A cercare di metterci una toppa non è stata la segretaria del Pd Schlein, ma il responsabile esteri del partito Peppe Provenzano

"Com'è noto, Marco Tarquinio è un candidato indipendente, le posizioni sulla politica estera e di sicurezza del Pd le esprime il Pd. E sono chiare e note. Le abbiamo ribadite nel programma per le Europee e, a chi vuole strumentalizzare, ricordo che la questione della Nato la sinistra italiana l'ha risolta con Berlinguer negli anni Settanta. Siamo per un'autonomia strategica europea, che si esprima all'interno delle alleanze internazionali e rafforzando le istituzioni multilaterali", ha dichiarato Provenzano. 

Il riferimento all'ex segretario del Pci non è casuale: già nel 1974, cinquant'anni fa, in piena Guerra Fredda Berlinguer annunciò di preferire la Nato al Patto di Varsavia. Fatto sta che la frittata è fatta. Naturalmente Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno cavalcato le parole di Tarquinio per attaccare il Pd e per mettere in forte imbarazzo la dirigenza.

A microfono acceso- a dieci giorni dal voto- nessuno lo dice, ma sono tantissimi i parlamentari e i candidati dem che sostengono che candidare l'ex direttore dell'Avvenire sia stato un errore della segretaria dem Schlein. Ovviamente i più furiosi sono i moderati del Pd, primo fra tutti il presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini che ha ottimi rapporti personali con i vertici della Nato e con lo stesso Stoltenberg. Fonti ai massimi livelli del Pd spiegano ad Affaritaliani.it che Schlein si è pentita di aver messo nelle liste Tarquinio, perché sapeva benissimo del no alle armi all'Ucraina ma una bomba come sciogliere la Nato non se la sarebbe mai aspettata.

E il danno - spiegano dal Nazareno - è la fuga degli elettori dem verso Renzi e Calenda. Proprio adesso che, prima del black out i sondaggi davano il Pd in ripresa nettamente sopra il 20%, molti potrebbero virare e optare per gli Stati Uniti d'Europa di Renzi o per Azione di Calenda.

Qualcuno afferma, ma non ci sono conferme, che Schlein avrebbe contattato (telefonicamente o con messaggi) Tarquinio manifestandogli il suo stupore e il suo disappunto invitandolo a una maggiore cautela. Ma comunque non si può chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. E sono davvero tanti nel Pd a parlare di "danno" di Schlein nella composizione delle liste. Un "danno" che se dovesse mancare il 20% nelle urne le costerà la poltrona di segretaria.






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