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Politica
Pensioni, rivalutazione 2023. Chi guadagna e chi perde 100€ al mese - GUIDA
(foto Lapresse)

Pensioni, il governo Meloni cambia la rivalutazione. Ecco chi guadagna e chi perde

Il governo cambia il metodo di calcolo per rivalutare le pensioni. Nel 2023, infatti, non si applicheranno più gli "scaglioni Prodi", ripristinati dal governo Draghi. Al loro posto, Ma le meno favorevoli "fasce Letta". Secondo i calcoli del governo Meloni, il cambio permette ben 2,1 miliardi di risparmi, da utilizzare a copertura della manovra di bilancio.

Per le pensioni fino a 4 volte il minimo (ovvero 2.100 euro lordi mensili) non cambia niente: recuperano il 100% dell'inflazione. Per tutti gli altri assegni ci sarà un taglio non da poco che va da 516 euro a 2.864 euro annui, come mostrano le simulazioni in tabella.

Gli scaglioni e le fasce: come funzionano

I metodi di perequazione, ovvero di adeguamento delle pensioni all'inflazione, usati in Italia negli ultimi 25 anni sono due: per scaglioni o per fasce. Nel caso degli scaglioni si procede come per l'Irpef. È quanto accaduto nel 2022 (governo Draghi):

  • rivalutazione piena al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (2.102 euro) 
  • rivalutazione al 90% sulla quota di pensione tra 4 e 5 volte il minimo (cioè tra 2.102 e 2.627 euro)
  • rivalutazione al 75% sulla quota di pensione superiore a 5 volte il minimo (2.627 euro)

Nel 2023 si cambia (governo Meloni) e si torna al metodo delle fasce, meno favorevole perché la percentuale si applica su tutto l'importo della pensione. Le fasce sono 6:

  • 100% sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (2.102 euro)
  • 80% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (2.102-2.627 euro)
  • 55% sulle pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (2.627-3.152 euro)
  • 50% sulle pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (3.152-4.203 euro)
  • 40% sulle pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (4.203-5.254 euro)
  • 35% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.254 euro)

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