Politica
Politica e voltagabbana, si abolisca il titolo di onorevole

Di Ernesto Vergani
Ultimo Gaetano Quagliariello, che ha annunciato di rinunciare al ruolo di coordinatore di Ncd. Dal 22 febbraio 2014, giorno del giuramento del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sono quasi duecento i deputati e i senatori che hanno cambiato maglia. Più del totale dei voltagabbana della legislatura 2008-2013.
Via via sono spuntati: Ncd di Angelino Alfano, Popolari per l’Italia di Mario Mauro, Conservatori e riformisti di Raffaele Fitto, Ala – Alleanza liberalpopolare per le autonomie di Denis Verdini, Fare! di Flavio Tosi, per non parlare dei parlamentari passati da Sel o dalla Lista Tsipras al Pd e dei transfughi 5 Stelle. Tutto legittimo. Il parlamentare ha libertà di coscienza e ciascuno è libero e ha il diritto di cambiare opinione. E del resto il trasformismo è una delle caratteristiche ricorrenti della politica (anche, ma meno, oltreconfine).
Con rispetto per la storia personale e il cursus honorum dei parlamentari, può venire il dubbio che il principio di coerenza possa essere anche un valore. Se non è così, ciò che conta è che gran parte del popolo così pensa e quindi alla fine un simile atteggiamento indebolisce la politica e la democrazia (il politico dovrebbe ragionare un po’ con la logica del pastore col gregge - si pensi alla metafora evangelica).
Da che mondo è mondo una delle caratteristiche (caratteristica secondaria) del potere è la propria affermazione fine a sè medesima. Come un organismo che si autoalimenta badando solo alla sua sopravvivenza. Se non ci saranno elezioni anticipate, se il presidente del Consiglio Matteo Renzi vorrà andare fino a fine legislatura, di qui al 2018 ci saranno altri episodi di trasformismo. Tutto regolare, ma anche i piccoli (grandi) gesti servono, come abolire il titolo di onorevole.