Politica
Pd, Prodi suona la carica del deep state della sinistra (Mattarella, Veltroni e...): no a Schlein candidata premier
Il gotha della sinistra-centrosinistra si è espresso

Franceschini, Orlando e Speranza (fintamente) al fianco di Schlein
Lo chiamano 'deep state' per copiare il gergo anglosassone tipico delle democrazie americane e britanniche. In parole povere si tratta della storica base della sinistra italiana, quella che mettendo insieme Ds e Margherita, circa vent'anni fa al Lingotto di Torino, ha fatto nascere il Partito Democratico. E il cosiddetto 'deep state' Dem si è espresso ufficialmente con le parole chiarissime e durissime di Romano Prodi, ex premier e padre dell'Ulivo, unico capace di battere nelle urne e non nelle aule di giustizia e con i sorrisini di Angela Merkel e del galeotto Nicolas Sarkozy, giocando con la spread sui mercati finanziari, Silvio Berlusconi.
Il Professore di Bologna lo ha detto in modo esplicito: "Questo non è il modo di fare opposizione". Un messaggio limpido e cristallino diretto alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, schiacciata sulla sinistra-sinistra di Maurizio Landini, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Una sinistra che, in parte, non ha tagliato definitivamente con i movimenti violenti Pro-Pal che fanno tornare orribili ricordi del Ventennio di stampo antisemita.
E questo 'deep state', anche se non ufficialmente, vuol dire anche il fondatore del Pd, Walter Veltroni, e soprattutto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dai Popolari di Franco Marini fondò la Margherita per poi confluire nel Pd. Traduzione del messaggio: chi pensa che la segretaria del Pd possa essere la candidata premier alle prossime elezioni politiche del 2027 contro Giorgia Meloni sbaglia in modo clamoroso. Serve una terza via, più moderata e riformista. Che potrebbe essere la sindaca di Genova Silvia Salis, ma non necessariamente.
Di nomi ce ne sono altri, come Antonio Decaro, futuro Governatore della Puglia, Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, Giuseppe Sala, primo cittadino di Milano, Paolo Gentiloni, ex premier e ex commissione europeo, Ernesto Maria Ruffini, ex direttore generale dell'Agenzia delle Entrate. Non solo. Nei prossimi o al massimo settimane nascerà una nuova corrente nel Pd, in teoria a sostegno di Schlein, formata da Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza (che vuol dire Pierluigi Bersani).
Chi conosce bene le logiche del Nazareno assicura che questa corrente, quando verrà il momento opportuno, non oggi e non sotto Legge di Bilancio, mollerà la sua segretaria per unirsi al 'deep state' e chiedere una svolta, che non può certo chiamarsi Conte e M5S. Ma dovrà essere una figura terza capace di unire tutto il Centrosinistra cercando, cosa quasi impossibile, di recuperare magari anche Azione di Carlo Calenda.
Insomma, Prodi non parla a caso e il tempo sarà galantuomo per chi è stato messo alla porta dall'attuale dirigenza Dem. Un'eventuale sconfitta di Roberto Fico alle elezioni regionali in Campania del 23-24 novembre accelererebbe i tempi della svolta. Ma comunque il dado è tratto e il gotha della sinistra-centrosinistra si è espresso. Per bocca di Prodi e con l'avallo implicito di personaggi di spicco e del valore politico 'pesantissimo' come Veltroni e Mattarella.
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