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Politica
Salario minimo, scontro totale nel governo. Ed è in arrivo il diktat dell'Ue

Salario minimo, scontro nel governo. No di Brunetta, sì di Giovannini

Dopo l'appello di Paolo Gentiloni dei giorni scorsi, il tema al centro delle discussioni del governo Draghi è subito diventato il salario minimo. Ignazio Visco dice sì. E c'è già il placet di Pd e M5s con Enrico Letta e Giuseppe Conte che si sono detti favorevoli. Ma Forza Italia e Renato Brunetta dicono di no. Intanto, mentre il governo discute è in arrivo il diktat dell'Unione europea sul tema che può in qualche modo scavalcare le volontà dell'esecutivo italiano.

Come spiega il Corriere della Sera, il ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta lo smonta apertamente. Ribatte che «non è l’Europa a chiedercelo» perché Bruxelles invita a discuterne all’interno della contrattazione collettiva, semmai lo scambio da fare è quello di legare «la produttività ai redditi», entrambi «fermi da venti anni»: «È contro la nostra storia culturale di relazione industriali — rincara —.Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca». 

Parole, riporta la Stampa, che trovano di traverso sia il Pd che il Movimento 5 Stelle. Enrico Letta, che solo poche ore prima aveva fatto del salario minimo un obiettivo da perseguire entro la legislatura, ribadisce: «Dobbiamo arrivarci. E i giovani devono avere forme contrattuali a sostegno di un lavoro vero, mentre qui assistiamo a una moltiplicazione di stage e tirocini gratuiti che va interrotta». Anche Andrea Orlando insiste sul salario minimo per legge: «Vedo aperture positive da tutte le parti – dice il ministro del Lavoro –. Vediamo qual è il punto di contatto che consenta di intervenire subito, in attesa poi di una legge»".

Il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, scrive il Corriere della Sera, "apre all’ipotesi di una legge confessando dunque la divergenza di vedute tra i diversi ministri, espressione di culture (e appartenenze) spesso profondamente diverse tale da restituire l’idea che non sarà facilissimo trovare una sintesi. «Molti lavoratori sono fuori dalle cornici contrattuali, può aver senso fissare un minimo», dice Giovannini".

Sì di Visco al salario minimo. Ed è in arrivo la direttiva dell'Unione europea

Un altro assist al salario minimo arriva da Ignazio Visco che, dal palco del Festival Internazionale dell’Economia di Torino, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, dice sì: "Ci sono molti studi, da Alan Krueger negli Stati Uniti a chi ha vinto il premio Nobel dell’economia quest’anno, che dicono che il salario minimo in certe condizioni è favorevole all’occupazione. Io credo che se ben studiato è una buona cosa, ha vari effetti positivi".

Intanto lunedì sera si riuniranno a Strasburgo i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio nel trilogo per arrivare all'approvazione finale della direttiva sul salario minimo proposta dalla Commissione europea nel 2020 e già approvata in prima lettura dall'Europarlamento e dal Consiglio.

È stata già calendarizzata una conferenza stampa per martedì mattina a Strasburgo in previsione dell'atteso accordo. La proposta del Parlamento europeo (approvata il 25 novembre 2021 con 443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni) mira a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie.

I deputati propongono due possibilità per raggiungere l'obbiettivo: un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro. Inoltre, il Parlamento vuole rafforzare ed estendere la copertura della contrattazione collettiva obbligando i Paesi Ue con meno dell'80% dei lavoratori coperti da questi accordi a prendere misure efficaci per promuovere questo strumento.

Il Consiglio aveva invece approvato la sua proposta di negoziazione il 6 dicembre scorso e punta in particolare sulla promozione della contrattazione collettiva. "Tendenzialmente, nei Paesi caratterizzati da un'elevata copertura della contrattazione collettiva la percentuale di lavoratori a basso salario è minore e le retribuzioni minime sono più elevate rispetto ai Paesi in cui tale copertura è più bassa. Per questo motivo i ministri hanno convenuto che i Paesi dovrebbero promuovere il rafforzamento della capacità delle parti sociali di partecipare alla contrattazione collettiva. Qualora la loro copertura della contrattazione collettiva sia inferiore al 70%, dovrebbero anche definire un piano d'azione per promuoverla", affermano i ministri nella loro proposta.

Tuttavia, "al fine di promuovere l'adeguatezza dei salari minimi legali e garantire quindi condizioni di vita e di lavoro dignitose, gli Stati membri in cui sono previsti tali salari minimi legali hanno il compito di introdurre un quadro procedurale per fissarli e aggiornarli secondo una serie di criteri chiari e stabili".

"I salari minimi legali - si legge - saranno aggiornati con regolarità e tempestività. Il loro importo può inoltre essere adeguato mediante meccanismi di indicizzazione automatica". I ministri hanno inoltre convenuto una serie di misure per migliorare l'accesso effettivo alla tutela garantita dal salario minimo per i lavoratori che vi hanno diritto: controlli e ispezioni adeguati, informazioni facilmente accessibili sulla tutela garantita dal salario minimo, un richiamo alle norme vigenti in materia di appalti pubblici, il diritto di ricorso e sanzioni per i datori di lavoro inadempienti.

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