Politica
Lega, Salvini litiga con Berlusconi. Asse Maroni-Forza Italia
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Il tanto atteso - e molto spesso rinviato - incontro tra Berlusconi e Salvini è avvenuto domenica sera a Milano, a Villa San Martino. Ma, fanno sapere fonti parlamentari, si è trattato soltanto di una tappa interlocutoria in vista di un'intesa più generale. In sostanza si è trattato di un fallimento del faccia a faccia. Il leader di Forza Italia e il segretario della Lega Nord - entrambi rossoneri - si sono visti peraltro subito dopo il disastro casalingo del Milan, fattore che probabilmente non ha contribuito al successo del vertice.
Berlusconi e Salvini hanno affrontato la questione delle candidature per la guida di capoluoghi importanti come Milano, Bologna e Napoli. Ma non c'è stato alcun passo avanti, neppure sulla spinosissima questione del sindaco di Milano. Berlusconi continua a puntare su un forzista, provando a scongiurare il bis leghista in città (c'è già Maroni alla Regione). Ma il Carroccio sarebbe disposto a cedere solo per Paolo Del Debbio. Il conduttore Mediaset però non ne vuole proprio sapere di rinunciare alla sua attuale professione. Non è escluso, peraltro, che Salvini decida di giocare la partita di Palazzo Marino in prima persona.
Ma il nulla di fatto tra Berlusconi e Salvini va al di là delle candidature per le Amministrative del prossimo anno. L'ex Cavaliere - riferiscono fonti leghiste - gioca di sponda con Maroni (i due si sentono molto spesso) proprio per indebolire il segretario del Carroccio. Il Governatore insiste sulla sua linea (che è anche quella di Forza Italia): alleanza con l'Ncd anche a Milano perché se si perde di nuovo Palazzo Marino rischia di andare in crisi anche la Regione (dove gli alfaniani sono in maggioranza). E così Berlusconi alza il prezzo con Salvini, forte del sostegno dell'ex ministro leghista. Ma anche i colonnelli azzurri - Toti, Romani e Gelmini - sostengono apertamente Maroni, sempre per mettere in difficoltà il leader della Lega.
Salvini, dal canto suo, tira dritto perché sa che quella di Maroni nella Lega è una posizione assolutamente isolata. Tutti i vertici del Carroccio stanno con il segretario federale. Fedelissimi di Salvini sono i due capigruppo in Parlamento - Fedriga e Centinaio -, così come Luca Zaia e il potentissimo Giancarlo Giorgetti. Ma anche il futuro segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi e il direttore di Radio Padania Alessandro Morelli. E' come se Berlusconi e Maroni si utilizzassero a vicenda: l'ex premier ha bisogno del Governatore per frenare Salvini e l'ex ministro usa il leader di Forza Italia per arginare i piani del suo segretario che sarà pure forte nei sondaggi ma ha comunque bisogno degli azzurri per battere il Pd e il M5S.
Sullo sfondo c'è poi la questione della premiership, quando si tornerà al voto per le Politiche. Salvini non lo dice apertamente, ma in cuor suo punta a Palazzo Chigi. Berlusconi, spinto anche dal cosiddetto 'partito di Mediaset', potrebbe anche accettare un candidato premeir leghista, ma non Salvini, "troppo estremista", dicono ad Arcore. Meglio, guarda caso, un uomo esperto e moderato come Maroni, già ministro del Welfare e poi dell'Interno. Ed ecco spiegata la lite Salvini-Berlusconi...