Politica
Salvini e il saluto all'ambasciatore russo, Magi non ha dubbi: “Altro che educazione, forte amicizia con il Cremlino”
Magi (+Europa): “Salvini va contro gli interessi del popolo italiano. La Lega al governo rappresenta un pericolo per la sicurezza dell’Italia: sono i primi influencer pro-Putin, con il bollino di Palazzo Chigi”

Riccardo Magi
Magi (+Europa) contro Salvini: “Io non mi fido. Bacia la pantofola di Putin”
Altro che semplice gesto di ‘cortesia’. La stretta di mano tra Salvini e l’ambasciatore russo nasconde un legame ben più profondo tra il leader della Lega e il Cremlino. A dirlo è Riccardo Magi, Segretario nazionale e deputato di +Europa, che ai microfoni di Affaritaliani afferma con decisione: “Salvini non ha alcuna vergogna nel baciare la pantofola di Putin”.
Numerosi gli interrogativi sollevati sul piano della sicurezza nazionale: “Mi chiedo se il nostro Paese sia al sicuro avendo un vicepremier che tifa Putin e ministri leghisti che hanno accesso a informazioni riservate. A questo punto è naturale chiedersi se queste informazioni non vengano spifferate dai leghisti ai russi. Voi vi fidate di Salvini? Io no”.
Segretario Magi, cosa pensa del gesto di Salvini di stringere la mano all’ambasciatore russo durante il ricevimento all’ambasciata cinese, in un momento così delicato per il conflitto in Ucraina?
“Purtroppo, non è stata solo una stretta di mano “di cortesia” come Salvini vorrebbe far credere. È un legame molto più profondo quello del leader della Lega con il Cremlino. In tutti questi anni Salvini ha continuato come se nulla fosse a coltivare l’amicizia con il Cremlino, nonostante l’invasione dell’Ucraina, nonostante abbia ucciso migliaia di civili, nonostante il rapimento dei bambini strappandoli alle loro famiglie, nonostante il recente sconfinamento in Polonia dei droni russi, nonostante il cyberattentato all’aereo di Ursula von der Leyen.
Salvini è colui che darebbe in cambio due Mattarella per mezzo Putin? A giudicare dai comportamenti e dalle sue esternazioni sembrerebbe di sì. È sempre Salvini che ha sottoscritto l’accordo, mai formalmente rescisso, tra Lega e Russia Unita, e che andava sulla Piazza Rossa a dire quanto si vive bene in Russia. Tutto questo apre un gigantesco problema di sicurezza nazionale: la relazione annuale dei servizi italiani indica il pericolo concreto dei crescenti attacchi ibridi russi ai Paesi che sostengono l'Ucraina.
Mi chiedo se la sicurezza nazionale del nostro Paese sia al sicuro avendo un vicepremier che tifa Putin e ministri leghisti che hanno accesso a informazioni riservate. A questo punto è naturale chiedersi se queste informazioni non vengano spifferate dai leghisti ai russi. Sono domande che dovrebbero porsi innanzitutto i ministri di Difesa ed Esteri Crosetto e Tajani: vi fidate di Salvini? Io no”.
Alcuni esponenti del Pd hanno definito questo comportamento “una vergogna” e chiedono che il governo prenda le distanze. Qual è la posizione di +Europa?
“Qui non si tratta di vergogna, perché evidentemente Salvini non ha alcuna vergogna nel baciare la pantofola di Putin. Il problema politico ed è tutto interno alla maggioranza: Giorgia Meloni non è mai venuta meno, con le parole e con i fatti, all’impegno dell’Italia insieme all’Europa e alla comunità internazionale a sostenere a Kiev.
Ma a questo punto si apre un fronte interno alla maggioranza che non può essere eluso: in Italia c’è un vicepresidente del Consiglio, leader del secondo partito di maggioranza, che fa l’esatto opposto del governo, indebolendo la posizione italiana e dando un colpo alla credibilità internazionale del nostro Paese. Salvini non fa solo un torto all’Italia, che per lui dovrebbe essere una colonia russa, ma alla stessa Giorgia Meloni. Se questo è un patriota…”
Secondo lei, come dovrebbe l’Italia bilanciare la necessità di mantenere il dialogo diplomatico con la Russia e, allo stesso tempo, sostenere chiaramente l’Ucraina e rispettare le sanzioni europee? C’è un rischio concreto che atteggiamenti ambigui danneggino la credibilità del nostro Paese?
“Come si è visto, è impossibile mantenere un canale diplomatico aperto con la Russia. Trump in Alaska ha letteralmente steso un tappeto rosso a Putin, sperando in una soluzione diplomatica. Putin ha risposto bombardando Kiev. Il vertice di fine agosto con Zelensky non c’è stato.
Trump come risultato ha ottenuto un rafforzamento di Putin, altro che pace in 24 ore promesso in campagna elettorale. Questo dimostra che con Putin non può esserci dialogo, né diplomazia. Bisogna continuare a sostenere l’Ucraina anche militarmente, continuare a sanzionare Mosca e usare i beni russi confiscati per ricostruire il Paese”.
Qual è la posizione di +Europa riguardo al conflitto tra Russia e Ucraina e quali azioni ritiene più urgenti da parte dell’Unione Europea per promuovere una soluzione pacifica?
“Qui non si mette in dubbio il fatto di mantenere aperte delle relazioni diplomatiche, ma di farlo esprimendo un giudizio politico chiaro sulle azioni della Russia e sulla evidente volontà di Putin che non è disponibile ad alcuna pacificazione. Sta continuando a bombardare e massacrare per conquistare nuove porzioni di territorio ucraino. La soluzione pacifica purtroppo non dipende dall’Europa ma da Putin. La pace in questo caso passa dalla resistenza di Kiev e dalla tenuta dell’Europa e delle sue opinioni pubbliche nel sostegno agli ucraini.
Da questo punto di vista, è importante rafforzare la sicurezza europea non solo militare ma anche cibernetica: non solo contro gli attacchi hacker ma anche rispetto alla propaganda filorussa che dilaga su social e tv. Più che per l'Europa in politica estera e di difesa è diventato un fatto vitale anche per noi italiani e per questo Salvini va contro gli interessi del popolo italiano. La Lega al governo rappresenta un pericolo per la sicurezza dell’Italia: sono i primi influencer pro-Putin, con il bollino di Palazzo Chigi. È una cosa di cui deve farsi carico direttamente Meloni o rischia di perdere credibilità anche sul sostegno a Kiev, oltre che sull’economia, sul Medioriente, sui migranti e su tutto il resto”.
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