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Politica
Sindaci pro Draghi? "Te credo", il premier ha fatto esplodere i loro stipendi

Governo Draghi: mentre la gente fatica a sopravvivere sono stati aumentati gli stipendi di sindaci e giunte nel silenzio generale

Draghi il magnifico, Draghi il migliore, Draghi il competente deve restare o no al governo?

Lui oggi in Senato: “La mobilitazione di questi giorni è senza precedenti e impossibile da ignorare... mi hanno colpito in particolare 2 appelli. Il primo è quello di circa 2.000 sindaci”.

Difficilmente nella storia d’Italia si erano visti sindaci italiani tanto solerti. Avrà in qualche modo inciso che il governo ha fatto esplodere i loro stipendi mentre la gente fatica a sopravvivere per l’inflazione e il caro energia?

Nell'ultima legge di bilancio (2022) l’aumento è passato inosservato ma prevede che le indennità dei sindaci metropolitani sia integralmente equiparata a quella dei governatori di Regione (13.800 euro lordi al mese). L'indennità attribuita ai sindaci delle città metropolitane e in proporzione per giunte e consigli comunale, e quindi di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia, sarà pari al 100% di quella dei governatori, per i capoluoghi di regione è pari all'80% e via via a calare fino al 16% dei primi cittadini di Comuni fino a 3.000 abitanti. Un vero e proprio boom delle entrate degli amministratori pubblici in un periodo di estreme ristrettezze. Forse in un altro momento poteva anche esserci un dibattito pubblico per valutare l’opportunità ma ci chiediamo oggi ce ne era proprio bisogno?

Sarebbe anche comprensibile per gli amministratori dei piccoli Comuni che non guadagnano quasi nulla ma generalizzarlo partendo dai grandi Comuni che senso ha? E pensate che l’effetto arriva già dal 2022. La nota dell’Associazione Nazionale Comuni italiani (ANCI) è chiara:

“Il comma 583 dell’articolo 1 prevede che, a decorrere dal 2024, l’indennità di funzione dei Sindaci metropolitani e dei Sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario, sia parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni sulla base delle seguenti percentuali che tengono conto della popolazione residente:

a) 100 per cento per i sindaci metropolitani;

b) 80 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti;

c) 70 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti;

d) 45 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti;

e) 35 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti;

f) 30 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 10.001 a 30.000 abitanti;

g) 29 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti;

h) 22 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 3.001 a 5.000 abitanti;

i) 16 per cento per i sindaci comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti”.

Come dicevamo l’effetto è immediato scrive L’ANCI che mostra come applicare la norma voluta dal governo Draghi: “Si riporta di seguito una simulazione di come operare il calcolo, ad esempio, per la fascia dei Sindaci di Comuni Capoluogo sede di Città Metropolitane: se l’indennità lorda mensile attuale (come da tabella RGS allegata nella relazione tecnica della legge di bilancio e riportata nella presente nota) è pari a 7.018,65 euro e quella a regime è pari a 13.800 euro, l’importo del 45% nel 2022 e del 68% di aumento nel 2023 andrà calcolato su un aumento totale di 6.781,35, previsto a regime del 2024. Dunque, nell’esempio fatto, l’aumento mensile lordo sarà pari a circa 3.051,60 euro nel 2022 e 4.615,60 euro nel 2023, per un totale mensile lordo di 10.070,25 euro nel 2022 e 11.634,25 euro nel 2023”.

I sindaci delle città metropolitane alla fine guadagneranno lordi 165.600 euro all’anno, 13.800 euro al mese, 3.184 euro alla settimana, 636,92 euro al giorno . Un bel gruzzolo.

Per fortuna si è parlato per anni di tagli al costo della politica. Forse sarebbe stato più corretto parlare di tagli dei servizi per i cittadini e di demagogia pura con l’accentramento dei poteri e del denaro nelle mani di pochi “eletti”.

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