A cura di Alessandro Amadori
Se i risultati del voto regionale del 20-21 settembre 2020 venissero “proiettati” sul voto nazionale, includendo però, all’interno dei partiti, la forza elettorale dei governatori, quale sarebbe il risultato? In altre parole, se si fosse votato per le politiche, e ciascun partito avesse avuto al proprio interno anche il “brand” (diciamo il “partito personale”) del relativo candidato governatore, un po’ come nelle matrioske russe, che risultato avremmo avuto (ipotizzando la capacità del governatore stesso di trasferire sul partito il voto ottenuto)? Si tratta chiaramente di una simulazione molto sperimentale, e altrettanto azzardata, da prendere perciò con molta prudenza. Però il risultato è davvero interessante. E dovrebbe far riflettere i partiti sull’importanza di valorizzare al meglio in futuro, al proprio interno, quelli che sono stati definiti oggi sul “Corriere della Sera”, con un’efficace espressione giornalistica, come i “nuovi cacicchi”. Statistici e politologi mi perdoneranno l’azzardo, ma non ho davvero resistito alla tentazione di vedere che cosa ne sarebbe venuto fuori, soprattutto se dovessimo andare verso una legge elettorale proporzionale…
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