Stop ai vitalizi, anche quelli in essere - Affaritaliani.it

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Stop ai vitalizi, anche quelli in essere

L'Italia corre verso le elezioni anticipate

“Al fine di rafforzare il coordinamento della finanza pubblica e di contrastare la disparità di criteri e trattamenti previdenziali, nel rispetto del principio costituzionale di uguaglianza tra i cittadini, la presente legge è volta ad abolire gli assegni vitalizi e i trattamenti pensionistici comunque denominati degli eletti e a sostituirli con un trattamento previdenziale basato sul sistema contributivo vigente per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali”. Questo è quanto è scritto nell’articolo 1 della proposta di legge a firma Matteo Richetti (Pd) su cui la commissione Affari costituzionali della Camera ha terminato le votazioni sugli oltre 150 emendamenti presentati. L’accordo tra Partito democratico e Movimento 5 stelle ha retto a Montecitorio. Il 31 maggio il testo andrà in Aula. “Se usciamo dalla demagogia e dal populismo a cui qualcuno non rinuncia è una riforma che riavvicina la politica al Paese, applicando il sistema contributivo a tutti i parlamentari. Ed è una proposta inequivocabile del Pd”, ha commentato Richetti. Ma le maggiori difficoltà, una volta approvato dalla Camera, si registreranno al Senato, dove il testo potrebbe essere a rischio bocciatura. Su questo, i parlamentari M5s hanno promesso barricate.

Il ddl taglia i vitalizi, anche quelli attualmente in essere, cambiando nettamente lo scenario contributivo per i parlamentari. Porte aperte all’introduzione del contributivo, vigente per i lavoratori dipendenti delle amministrazioni statali. Il testo Richetti si applica, come dicevamo, agli eletti in carica, a quelli eletti successivamente successivamente all’approvazione, nonché a quelli “cessati dal mandato precedentemente”. Hanno accesso al trattamento previdenziale “coloro che hanno esercitato il mandato parlamentare per almeno cinque anni”, si legge. La frazione di anno superiore a sei mesi “è computata come anno intero ai fini della maturazione del diritto, fermo restando il versamento per intero dei contributi”.

Presso l’Inps, in caso di approvazione del testo, è istituita una gestione separata, alla quale affluiscono: le quote contributive a carico dei parlamentari, come determinate ai sensi della presente legge; le quote contributive a carico dell’organo di appartenenza, come determinate ai sensi della presente legge; le risorse finanziarie necessarie per il pagamento dei trattamenti previdenziali per ciascun anno di riferimento, come determinate dai competenti organi del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati sulla base dell’applicazione delle disposizioni vigenti. Il trattamento previdenziale è corrisposto ai parlamentari cessati dal mandato al compimento del sessantacinquesimo anno di età.